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Maxi-rissa a Mesero: 13 pakistani arrestati per lite da subaffitto

Nel cuore del Milanese, tra Mesero e Magenta, una violenta disputa ha scosso la tranquillità del territorio, culminando in un episodio di aggressione collettiva che ha coinvolto tredici cittadini pakistani.
L’evento, segnalato urgentemente al 112 da residenti allarmati, si è manifestato in un cortile di Mesero, trasformando un apparente contenzioso economico in un’esplosione di violenza.
L’intervento immediato dei Carabinieri di Abbiategrasso, supportati da un contingente mirato, ha permesso di bloccare i contendenti, molti dei quali presentavano segni di percosse, lacerazioni e abiti danneggiati, testimonianza della furia combattiva.

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Un uomo, in particolare, ha richiesto cure mediche urgenti e, in codice giallo, è stato trasportato al pronto soccorso di Legnano, dove i medici hanno diagnosticato una ferita lacero-contusa alla testa, con una prognosi stimata di dieci giorni.

La scena, a una prima analisi, appariva caotica e disorganizzata, ma un’attenta ispezione del luogo ha rivelato la presenza di oggetti contundenti recuperati sul posto: mazze in ferro e bastoni, strumenti trasformati in armi improvvisate.
Questi elementi, insieme alle testimonianze raccolte e, soprattutto, grazie all’acquisizione e all’analisi di riprese video realizzate da cittadini presenti, hanno permesso ai militari di ricostruire con precisione la dinamica dell’alterco e di stabilire le responsabilità individuali di ciascun partecipante.

L’indagine preliminare ha fatto emergere che la maxi-rissa trae origine da una disputa legata al mercato dell’alloggio, in particolare, da un aumento del prezzo di subaffitto di posti letto all’interno di un’abitazione.

Un dettaglio apparentemente marginale, ma capace di innescare una spirale di tensioni e violenze, probabilmente esacerbate da dinamiche sociali più complesse, legate alla precarietà abitativa e all’integrazione in un contesto urbano sempre più frammentato.
Al termine delle operazioni, otto degli uomini coinvolti sono stati formalmente arrestati con l’accusa di aver partecipato attivamente all’aggressione, mentre per i rimanenti cinque è stato disposto il deferimento in stato di libertà, con l’obbligo di presentarsi agli inquirenti per ulteriori accertamenti.

L’episodio solleva interrogativi importanti sulla convivenza, l’accesso all’alloggio e le fragilità che possono sfociare in gesti estremi, richiedendo un’azione sinergica tra istituzioni, forze dell’ordine e servizi sociali per prevenire il ripetersi di simili scenari.
L’indagine è tuttora in corso e mira a chiarire completamente le motivazioni alla base della violenza e a identificare eventuali responsabili di dinamiche sottostanti.

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