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Memorie Rubate: Svolta nell’Antiquariato Illecito al Sud

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Un’operazione di portata eccezionale, denominata “Memorie Rubate”, ha portato all’esecuzione di 56 ordinanze di custodia cautelare, colpendo una rete criminale ramificata e strutturata operante in diverse aree del Sud Italia.
Le indagini, condotte congiuntamente dai Tribunali di Catania e Catanzaro e coordinate dai carabinieri del Gruppo Tutela Patrimonio Culturale di Roma, hanno disvelato un sistema sofisticato di scavi clandestini, traffico illecito e ricettazione di reperti archeologici di inestimabile valore storico-culturale.
L’attività investigativa, protrattasi per anni, ha permesso di ricostruire un’organizzazione complessa, composta da figure specializzate in diverse aree: esperti di archeologia, spesso ex funzionari o consulenti, che individuavano i siti di interesse e pianificavano gli scavi; “scavatrici”, responsabili dell’esecuzione materiale delle operazioni illecite; mediatori e commercianti che gestivano la compravendita dei beni trafugati, sia a livello nazionale che internazionale; e infine, “soffiatori” interni, infiltrati nel mondo accademico e negli enti pubblici, fornivano informazioni cruciali per eludere i controlli e pianificare le azioni.

L’operazione “Memorie Rubate” non si limita alla semplice repressione di un fenomeno criminale, ma rappresenta un tentativo di ricostruire e interrompere una catena di eventi che ha visto la sottrazione di patrimonio culturale, patrimonio di tutti gli italiani e dell’umanità.

Tra i reperti illecitamente estrapolati sono stati rinvenuti manufatti di epoca greca, romana e bizantina, di particolare pregio e rarità, destinati ad alimentare il mercato nero dell’antiquariato.
Oltre alle ordinanze di custodia cautelare, sono state eseguite numerose perquisizioni e sequestri, che hanno portato al ritrovamento di reperti archeologici, attrezzature da scavo e documenti compromettenti.
L’impegno dei militari, oltre 200, testimonia la gravità del fenomeno e l’importanza di tutelare il patrimonio culturale italiano, sempre più vulnerabile a predatori senza scrupoli.

Le indagini proseguono, con l’obiettivo di identificare ulteriori complici e di recuperare i beni archeologici trafugati, restituendoli al patrimonio nazionale.

L’evento sottolinea la necessità di rafforzare la collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine e comunità locali per contrastare efficacemente il saccheggio del patrimonio culturale e promuovere una cultura della legalità e del rispetto delle radici storiche.

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