Un ritratto inedito di Mia Martini emerge dal docufilm “Mimì, tutti ne parlano, io l’ho conosciuta”, un’opera che ambisce a scavare oltre la superficie del mito, rivelando l’essenza umana di una delle voci più intense e tormentate della musica italiana.
Diretto da Gianfrancesco Lazotti e presentato in anteprima a Catanzaro, il film si configura come un omaggio intimo e commovente, dedicato alla memoria della presidente calabrese Jole Santelli, figura che gli autori vedono idealmente connessa alla figura di una artista profondamente radicata nel territorio e nel patrimonio culturale nazionale.
Lungi dall’essere una mera cronistoria dei successi, il docufilm si propone di restituire un’immagine di Mia Martini inedita, libera dai clamori delle cronache scandalistiche e dalle interpretazioni superficiali.
L’intento è quello di presentare una donna complessa e sfaccettata, un’anima sensibile e fragile celata dietro una voce potente e carismatica.
I produttori Baldrini e Fabiano hanno scelto di limitare la partecipazione di figure pubbliche al film, privilegiando le voci di coloro che hanno avuto un rapporto autentico e significativo con Mia, persone comuni, amici fidati, colleghi di lavoro e fan devoti.
Il racconto si dipana attraverso un mosaico di testimonianze dirette, un flusso di ricordi e aneddoti che svelano la personalità di Mia al di là del personaggio pubblico.
Accompagnano questo percorso figure del panorama musicale italiano, scelte non per la loro notorietà, ma per il legame personale che li ha uniti alla cantante, come Leopoldo Mastelloni, Enzo Gragnaniello, ideatore del celebre “Cu’ mme”, Red Canzian e Silvia Mezzanotte.
Questi incontri, intrisi di emozione e sincerità, offrono spunti inediti sulla sua umanità, la sua vulnerabilità e la sua straordinaria capacità di comunicare emozioni universali.
Lazotti sottolinea come il film non intenda ripercorrere il percorso artistico in termini convenzionali, ma piuttosto esplorare l’universo interiore che Mia Martini ha costruito attorno a sé, l’impatto profondo che ha avuto sulla vita di chi l’ha conosciuta e amata.
Si tratta di un’indagine sui silenzi, le paure, le fragilità che hanno costellato la sua esistenza, e sulla forza resiliente che le ha permesso di trasformare il dolore in arte.
La coproduzione tra l’associazione La Fenice e la Calabria Film Commission ha reso possibile la realizzazione del progetto, arricchito da riprese effettuate tra la Calabria e Porto Recanati, luoghi significativi per la cantante.
Il docufilm trae ispirazione dall’ampio volume di Davide Matrisciano, un’opera di oltre 1000 pagine che raccoglie documenti, fotografie inedite e testimonianze che ampliano ulteriormente il quadro della sua vita.
A febbraio, il film sarà distribuito nelle sale cinematografiche, accompagnato da una serie di eventi collaterali pensati per favorire un dialogo più profondo e consapevole sulla figura di Mia Martini, un’icona senza tempo capace di parlare ancora oggi al cuore di chi l’ha amata.
Il progetto mira a recuperare e a celebrare non solo la grandezza artistica, ma soprattutto la ricchezza umana di una donna che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica italiana.






