Il monito dell’arcivescovo Mario Delpini, pronunciato in occasione della festa di Sant’Ambrogio, ha risuonato come un campanello d’allarme, un’esortazione a una riflessione urgente e condivisa per il futuro della città di Milano.
Il sindaco Giuseppe Sala, in un intervento a margine, ha riconosciuto la gravità del messaggio, definendolo un “discorso molto coraggioso” e sottolineando la necessità di una risposta attiva da parte della comunità.
L’arcivescovo non si è limitato a delineare le problematiche esistenti, ma ha invitato a superare un sentimento insidioso, la rassegnazione.
Questa, più di qualsiasi crisi economica o sociale, rappresenta il vero pericolo: l’abbandono della responsabilità individuale e collettiva, la rinuncia a immaginare e costruire un domani migliore.
È la paralisi dell’azione, il cedimento di fronte alle difficoltà, la perdita di fiducia nelle possibilità di cambiamento.
Sala ha ripreso questo concetto, esprimendo un cauto ottimismo.
La sua affermazione – “Siamo in tanti e credo che ci sia la possibilità di far sì che la casa non crolli” – non esclude la presenza di sfide complesse, ma sottolinea la forza potenziale di una comunità consapevole e disposta a impegnarsi.
La “casa” in questo contesto non è solo l’edificio fisico della città, ma il tessuto sociale, l’insieme dei valori, delle relazioni e delle opportunità che la definiscono.
Il monito dell’arcivescovo, ripreso con forza dal sindaco, si configura come un appello alla resilienza.
Una resilienza che non si basa su una ingenua fiducia nel futuro, ma sulla capacità di analizzare criticamente la realtà, di riconoscere le fragilità e di agire con determinazione per rafforzare le fondamenta della convivenza civile.
Non si tratta di negare le difficoltà, bensì di affrontarle con coraggio e creatività, trasformando le criticità in opportunità di crescita e innovazione.
L’auspicio finale di Sala – la convinzione che i sentimenti di rassegnazione non prevarranno – è un invito all’azione, un inno alla speranza che si alimenta dalla consapevolezza di poter influenzare il proprio destino collettivo.
È un appello a non arrendersi di fronte alle avversità, ma a coltivare la fiducia nel potenziale umano e nella capacità della comunità di Milano di affrontare le sfide del futuro con dignità e spirito di collaborazione.
La festa di Sant’Ambrogio, quindi, si rivela non solo una celebrazione del passato, ma un momento di riflessione e di ripartenza per il futuro della città.




