Milano pro-Palestina: manifestazione pacifica e sentita per la fine delle ostilità.

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Il consueto corteo pro-Palestina, divenuto un appuntamento regolare a Milano, si è snodato oggi nel rispetto dell’ordine pubblico, in netto contrasto con le tensioni che avevano caratterizzato la scorsa settimana, quando scontri violenti avevano interrotto pacifiche manifestazioni sindacali alla Stazione Centrale.

Nel tardo pomeriggio, intorno alle 16:00, una colonna di circa 1200-1300 persone, secondo le stime degli organizzatori, si è mobilitata da Piazza Loreto, indirgendosi verso Viale Monza sotto il ritmico grido di “Free Palestine”.
Il percorso, pacifico e corale, si è progressivamente diradato in corrispondenza del quartiere Turro e lungo le rive del Naviglio Martesana.
La manifestazione, animata da un sentimento di profonda indignazione e solidarietà, ha espresso una chiara richiesta di cessazione immediata delle operazioni militari che, a detta dei manifestanti, configurano un genocidio e una pulizia etnica nei confronti della popolazione civile di Gaza e della Cisgiordania.

L’impegno dichiarato è quello di sostenere attivamente il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, riconoscendone la resistenza come espressione legittima di aspirazioni nazionali e di rivendicazioni storiche.
Un elemento centrale del messaggio veicolato dal corteo è stata la presa di posizione a favore dell’iniziativa Global Sumud Flotilla, un progetto umanitario che mira a rompere il blocco imposto alla Striscia di Gaza e a portare aiuti essenziali alla popolazione residente.
Questa adesione sottolinea la volontà di contrastare non solo le azioni militari, ma anche le politiche economiche e commerciali che contribuiscono al sofferenza della popolazione palestinese.
Oltre alla richiesta di giustizia e pace, il corteo ha voluto segnalare la crescente sensibilità dell’opinione pubblica milanese, con numerosi cittadini, persino intrappolati nel traffico, che hanno espresso sostegno alla causa palestinese, contribuendo a creare un’atmosfera di solidarietà e partecipazione civile.

La manifestazione si configura quindi non solo come una protesta, ma anche come un atto di coscienza collettiva e un invito all’azione a favore di un futuro più giusto e pacifico per il Medio Oriente.