Nel cuore del quartiere Mirafiori, a Torino, una verifica di routine ha innescato un’indagine che ha portato alla luce una storia complessa di evasione, occultamento e un’occupazione abusiva di un alloggio popolare.
L’uomo, trentaquattro anni, era sfuggito alle autorità dal 2018, gravato da un cumulo di pene derivanti da precedenti accuse di reati contro il patrimonio, per un totale di sette anni e sette mesi, aggravato da un’ulteriore condanna di due anni e cinque mesi.
L’ordine di carcerazione era stato emesso a marzo, ma l’elusione era proseguita nell’ombra.
La scoperta è avvenuta a seguito di una segnalazione che indicava un alloggio del complesso di case Atc occupato impropriamente, a seguito del decesso degli inquilini legittimi.
Un pattugliamento della questura, intervenuto per accertare la situazione, ha notato segni di effrazione sulla porta d’ingresso, suggerendo un’entrata forzata.
L’uomo, intercettato all’interno dell’abitazione, ha tentato di eludere l’identificazione fornendo false generalità e rifiutandosi di esibire documenti.
Le indagini successive hanno confermato la sua vera identità e hanno ricostruito la sua traiettoria di fuga.
Era scomparso nel 2018, violando le disposizioni degli arresti domiciliari e scegliendo la clandestinità come forma di resistenza alla giustizia.
Questo caso solleva interrogativi complessi sulla gestione degli alloggi popolari, sulla vulnerabilità delle strutture residenziali e sull’efficacia dei sistemi di controllo e di localizzazione dei soggetti in attesa di giudizio o di espiazione pena.
L’occupazione abusiva, inoltre, priva risorse preziose a chi ne ha effettivamente bisogno, perpetuando un circolo vizioso di marginalizzazione e di disuguaglianza.
La vicenda pone anche l’attenzione sulla necessità di rafforzare la collaborazione tra le forze dell’ordine, la magistratura e gli enti locali per garantire il rispetto della legalità e per proteggere il patrimonio pubblico.
L’arresto, ora, segna il ritorno in carcere dell’uomo, dove dovrà scontare la pena che gli era stata inflitta, in attesa che la giustizia faccia il suo corso.
L’indagine è in corso per accertare il ruolo di eventuali complici e per ricostruire il percorso di evasione del 34enne.






