Un incremento vertiginoso, pari al 900%, si è registrato in Molise, segnando il dato più significativo a livello nazionale.
Sebbene l’ammontare di 250 euro destinati a tre Comuni molisani, in seguito a segnalazioni di evasione fiscale nel 2024, appaia modesto, il fenomeno rivela una tendenza più ampia: la crescente, seppur ancora limitata, partecipazione degli enti locali nella lotta all’evasione fiscale.
Il numero di amministrazioni comunali attive in questa funzione è triplicato rispetto all’anno precedente, indicando un crescente interesse, ma anche una sfida considerevole per massimizzare l’efficacia di questo strumento.
Il sistema attuale, come evidenziato dal Centro studi Enti locali, prevede che lo Stato compartecipi con i Comuni, riconoscendo il 50% delle maggiori entrate riscosse grazie alle segnalazioni.
Questo meccanismo, volto a incentivare la proattività degli enti locali, permette alle amministrazioni che sospettano irregolarità fiscali di avviare indagini e sollecitare l’intervento dell’Agenzia delle Entrate.
La conferma dei sospetti e il conseguente recupero delle somme evase determinano l’assegnazione di una quota di compartecipazione agli enti segnalatori, configurandosi come un riconoscimento del loro contributo.
A livello nazionale, il recupero complessivo nel 2024 si è attestato a circa 5 milioni di euro, una cifra ben al di sotto dei 30 milioni registrati nel 2012, anno di picco per l’efficacia di questo strumento.
L’evoluzione storica della partecipazione comunale dimostra un andamento ciclico e direttamente correlato alla percentuale riconosciuta agli enti locali.
Inizialmente fissata al 30%, la quota è stata successivamente incrementata al 33%, poi al 50% e, in un periodo compreso tra il 2012 e il 2021, addirittura al 100%.
Il ritorno al 50% nel 2022, sebbene pragmatico, ha coinciso con una diminuzione dell’utilizzo attivo dello strumento da parte dei Comuni, suggerendo un legame diretto tra l’incentivo economico e la partecipazione degli enti locali.
L’esperienza molisana, con il suo balzo percentuale, diventa quindi un microcosmo di una questione più ampia: la necessità di re-immaginare e potenziare il ruolo degli enti locali nella lotta all’evasione fiscale.
Un’analisi più approfondita dei fattori che hanno contribuito all’efficacia del sistema quando la quota era al 100% potrebbe rivelare strategie e approcci replicabili, al fine di incentivare una partecipazione più attiva e diffusa, e di recuperare risorse preziose per la collettività.
La sfida cruciale risiede nel trovare un equilibrio tra incentivazione economica e sostenibilità finanziaria, garantendo al contempo una distribuzione equa dei benefici e una maggiore trasparenza nell’utilizzo delle risorse recuperate.






