L’Azienda Sanitaria Regionale del Molise (ASReM) ha recentemente formalizzato l’approvazione di un innovativo Percorso Diagnostico-Terapeutico Assistenziale (PDTA) dedicato alla gestione delle patologie cerebrovascolari acute, un passo fondamentale per l’ottimizzazione dell’assistenza ai pazienti affetti da ictus.
L’iniziativa, promossa e coordinata dal direttore sanitario Bruno Carabellese, rappresenta la concretizzazione di un impegno strutturale volto a garantire standard elevati e uniformità nell’erogazione di cure specialistiche, in linea con le direttive emanate dalla Struttura Commissariale (decreto 100/2025).
Il PDTA, frutto del lavoro sinergico di un gruppo di esperti afferenti alle Reti Emergenza e Tempo Dipendente-Rete Ictus, definisce con precisione le modalità di gestione del paziente con ictus cerebrale acuto, un’emergenza neurologica complessa che richiede risposte rapide, accurate e multidisciplinari.
L’obiettivo primario è ridurre il time-to-treatment, ovvero il tempo intercorso tra l’insorgenza dei sintomi e l’inizio delle terapie salvavita, come la trombolisi o il recupero meccanico dell’ostruzione vascolare, interventi che possono determinare un impatto significativo sulla prognosi e sulla qualità della vita del paziente.
Il percorso assistenziale è strutturato in tre fasi cruciali, ciascuna caratterizzata da specifiche attività e professionalità coinvolte.
Nella fase pre-ospedaliera, l’attenzione è focalizzata sulla rapida identificazione dei sintomi sospetti (deficit neurologici improvvisi come afasia, emiparesi, disturbi visivi) e sull’attivazione immediata del sistema di soccorso (118).
Il personale del sistema di emergenza pre-ospedaliera, opportunamente formato, esegue un primo screening clinico e neurologico (utilizzando scale di valutazione standardizzate come NIHSS) e trasmette i dati al centro ictus di riferimento, consentendo una preparazione anticipata.
La fase ospedaliera rappresenta il cuore del PDTA.
Il paziente, una volta giunto in ospedale, viene immediatamente sottoposto a una valutazione neuro-clinica e neuro-radiologica completa (TAC cerebrale e/o angio-TAC) per confermare la diagnosi di ictus e differenziare il tipo di ictus (ischemico o emorragico).
Un team multidisciplinare, composto da neurologi, neuroradiologi, radiologi interventisti, anestesisti e infermieri specializzati, elabora un piano terapeutico personalizzato.
La decisione sull’intervento terapeutico (trombolisi endovenosa, recupero meccanico dell’ostruzione, trattamento chirurgico) è presa in base alle linee guida internazionali e alle caratteristiche specifiche del paziente.
Infine, la fase post-ospedaliera è dedicata alla riabilitazione e alla prevenzione secondaria.
Il paziente viene trasferito in un reparto di riabilitazione neurourologica, dove riceve un programma di fisioterapia, logopedia, terapia occupazionale e supporto psicologico.
Viene inoltre avviata una valutazione dei fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione, diabete, dislipidemia, fumo) e vengono prescritti farmaci e modifiche dello stile di vita per prevenire recidive.
Un coordinatore di caso, infermiere specializzato, garantisce la continuità assistenziale tra ospedale e territorio, supportando il paziente e la famiglia nell’affrontare le sfide della vita dopo l’ictus.
L’implementazione del PDTA prevede anche un sistema di monitoraggio continuo delle performance, con l’obiettivo di identificare aree di miglioramento e garantire una qualità assistenziale sempre più elevata.