L’orizzonte del calcio italiano si proietta verso le sfide cruciali contro Moldova e Norvegia, ultime tappe del percorso di qualificazione al Mondiale 2026.
Il commissario tecnico, Mister Gattuso, ha annunciato una lista di 27 elementi, un mosaico di esperienza e gioventù, volto a concretizzare l’ambizione di un posto alla competizione iridata.
Un’attenzione particolare è rivolta all’inserimento di Elia Caprile, giovane portiere del Cagliari, nato nel 2001, che fa il suo esordio in questa fase, testimoniando la volontà di integrare nuove leve nel gruppo.
Il ritorno in maglia azzurra di Alessandro Buongiorno, assente dal marzo 2025, e di Samuele Ricci, non visto in campo dallo scorso giugno, infonde ulteriore dinamismo e profondità nel comparto di gioco, offrendo a Gattuso opzioni tattiche più ampie e versatili.
Anche Gianluca Scamacca rientra nelle scelte del tecnico, dopo aver dovuto rinunciare prematuramente al raduno precedente a causa di un risentimento muscolare che ne aveva compromesso la piena disponibilità fisica.
La sua presenza rappresenta un valore aggiunto in termini di potenza e capacità realizzativa.
La responsabilità di guidare gli Azzurri in campo, tuttavia, si presenta con alcune assenze significative.
Nicolò Barella, fulcro imprescindibile del centrocampo, dovrà osservare un turno di squalifica a seguito dell’ammonizione ricevuta durante la partita contro Israele.
La sua assenza impone una riorganizzazione tattica e un’adattamento dei ruoli da parte dei suoi compagni.
L’attenzione è rivolta anche alla gestione della “diffida” per tre giocatori chiave: Andrea Cambiaso, Davide Frattesi e Sandro Tonali.
La loro condotta in campo, e l’evitare ulteriori cartellini gialli, diventa fondamentale per non rischiare penalizzazioni successive e garantire la loro piena partecipazione al percorso di qualificazione.
La pressione di queste situazioni mette ulteriormente a dura prova la concentrazione e la maturità dei giocatori, evidenziando la complessità della gestione emotiva in contesti ad alta competizione.
La qualificazione al Mondiale 2026 non è solo una questione di talento e preparazione tecnica, ma anche di resilienza e capacità di interpretare al meglio il ruolo di rappresentante nazionale.







