Morricone a Napoli: Partenope Ritorna al San Carlo

Partenope: Un’Eredità Morriconeiana Ritorna al Teatro San Carlo, Cuore di NapoliIl Teatro San Carlo, tempio dell’opera italiana, si prepara a risplendere con la prima assoluta di “Partenope”, l’unica opera ‘da camera’ di Ennio Morricone, un’opera a lungo dimenticata che ora emerge come un tesoro artistico per celebrare il 2500° anniversario di Napoli.

Un evento che incarna l’essenza delle celebrazioni cittadine: un gesto di apertura e condivisione, come sottolinea Laura Valente, direttrice artistica del Comune, che supera ogni formalismo per fondersi con il cuore pulsante della città.
“Partenope” non è solo un’opera lirica, ma un’immersione nella mitologia partenopea, un viaggio tra il divino e l’umano, tra la Partenope celeste, custode di antichi saperi e leggende, e la Partenope terrena, simbolo di una comunità vibrante e complessa.
L’opera, rimasta inattiva per trent’anni, si svela ora come un’eredità complessa, un’esplorazione musicale e concettuale che riflette la visione artistica di Morricone, un compositore che ha saputo interpretare l’anima profonda dell’Italia e del mondo.

La regia di Vanessa Beecroft, artista italo-inglese celebre per le sue installazioni performative, incarna la complessità dell’opera.

Beecroft ha scelto di scomporre lo spazio scenico in due dimensioni distinte, enfatizzando la “scissione” stessa del mito partenopeo: una sfera di femminilità, sensualità e bellezza eterea, e un’altra più rarefatta, spirituale e legata all’energia collettiva che ha dato origine a Napoli.

La visione di Beecroft non si limita alla rappresentazione teatrale, ma ambisce a creare un’installazione vivente, un organismo pulsante dove le figure femminili emergono e svaniscono, incarnando le memorie e le storie della città.
L’artista concepisce Partenope come una molteplicità di voci, un coro di figure che risuonano nell’etere, un’incarnazione dell’energia collettiva che anima Napoli.

Il libretto, frutto della collaborazione tra Guido Barbieri e Sandro Cappelletto, è stato presentato a Morricone in una memorabile telefonata e in un incontro che ha sigillato il destino dell’opera.
La sua creazione, un percorso di tre mesi intenso e fecondo, è stata poi soffocata in un limbo di silenzio fino a questo momento di rinascita.

Il libretto, secondo Cappelletto, racchiude la sintesi delle diverse poetiche di Morricone, un compositore che aspirava alla “musica assoluta”, libera da ogni vincolo e costrizione.

L’esecuzione orchestrale, guidata da Riccardo Frizza, e il coro del Lirico, offrono un’esperienza musicale intensa ed emozionante, mentre Francesco Demuro, Désirée Giove e Mimmo Borrelli, con la loro interpretazione, contribuiscono a dare voce e corpo al mito partenopeo.

L’intero progetto visivo, curato da Vanessa Beecroft con la collaborazione di Daniela Ciancio (costumi) e Danilo Rubeca, è un elemento imprescindibile per comprendere la profondità e la complessità dell’opera.
Questa prima assoluta non è solo un evento culturale di grande rilevanza, ma anche un punto di partenza per un percorso celebrativo che si protrae nel tempo.
L’assessore al Turismo, Teresa Armato, ha annunciato l’intenzione di festeggiare anche il 2501° e il 2502° anniversario di Napoli, integrando le celebrazioni con gli importanti appuntamenti del 2026 e del 2027.

“Partenope” si configura, quindi, come un simbolo di continuità, un ponte tra il passato glorioso e il futuro radioso di una città millenaria, un inno alla resilienza, alla creatività e all’identità partenopea.

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