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Muti e La Fenice: 50 Anni di Musica e Storia

Riccardo Muti e la Fenice: Un Dialogo Musicale di Mezzo SecoloGiovedì 9 ottobre 2025, il Teatro La Fenice si appresta a ospitare un evento di profonda risonanza culturale: il ritorno di Riccardo Muti sul podio lagunare.

In questa occasione, il Maestro guiderà l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini in un concerto che celebra non solo il talento di giovani musicisti, ma anche un legame storico e artistico che si estende per oltre cinquant’anni.

Il programma, un omaggio alla tradizione romantica, prevede l’Ouverture *Coriolano* di Beethoven, un esempio di potenza drammatica e maestria compositiva, il Concerto per flauto e orchestra in re maggiore, K.
314, di Mozart, con il virtuoso Karl-Heinz Schütz come solista, e, infine, la maestosa Sinfonia n.
7 in la maggiore, op.
92, di Beethoven, un’apoteosi di energia e vitalità.
Questa serata non rappresenta un episodio isolato, bensì un tassello significativo in una lunga e complessa storia di collaborazioni.
Il rapporto tra Muti e la Fenice è intessuto di momenti cruciali, di scelte artistiche audaci e di successi memorabili.
La sua prima apparizione veneziana, risalente all’estate del 1970, fu un debutto intenso: la direzione del Magnificat di Bach e dell’oratorio *Cristo al Monte Oliveto* di Beethoven segnò l’inizio di un percorso che avrebbe visto il Maestro cimentarsi con alcune delle pagine più significative del repertorio orchestrale e corale.
Il 1971 portò con sé l’interpretazione della Settima sinfonia di Beethoven e della Quinta di Čajkovskij, mentre il 1972 vide Muti affrontare l’imponente sfida dell’oratorio *Ivan il terribile* di Prokof’ev, un’opera complessa e ricca di riferimenti storici e culturali.
Nel 1978, alla guida della Philharmonia Orchestra di Londra, il Maestro offrì al pubblico veneziano un programma dedicato alla musica russa, spaziando dal balletto *Romeo e Giulietta* di Čajkovskij alla Terza Sinfonia di Prokof’ev, con un’incursione nel mondo suggestivo dell’ *Uccello di fuoco* di Stravinskij, una prova della sua capacità di coniugare rigore filologico e interpretazione personale.
Il concerto del 1995, con la Filarmonica della Scala, consacrò ulteriormente il legame tra Muti e la Fenice, con un programma focalizzato sulla Settima sinfonia di Beethoven e sui *Quadri di un’esposizione* di Musorgskij.

Ma l’evento che ha impresso una ferita profonda nella memoria collettiva e che ha elevato Muti a simbolo di rinascita è stato indubbiamente il concerto del 14 dicembre 2003, la riapertura solenne del Teatro La Fenice dopo l’incendio che ne aveva distrutto la struttura.
Dirigendo Orchestra e Coro, Muti non si limitò a eseguire un concerto: offrì al mondo intero un messaggio di speranza e di resilienza, un inno alla cultura come motore di ricostruzione e di progresso.
Il ritorno del 2021, con l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, celebrò il cinquantesimo anniversario del debutto veneziano con l’esecuzione dell’ *Ouverture im italienischen Stile* e della Sinfonia in do maggiore d 944 “Grande” di Schubert, un ulteriore omaggio alla tradizione e un segno di continuità.

Il concerto del 9 ottobre 2025 si presenta quindi non solo come un appuntamento musicale di alto livello, ma come un’occasione per ripercorrere un percorso artistico ricco di emozioni, di sfide e di successi, che ha contribuito a definire l’identità del Teatro La Fenice e a consacrare Riccardo Muti come uno dei direttori d’orchestra più importanti del nostro tempo.

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