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mercoledì 12 Novembre 2025

Napoli, il padre di Francesco Pio non perdona: ergastolo confermato

Il Palazzo di Giustizia di Napoli ha accolto oggi un’udienza carica di dolore e di un’amara ricerca di giustizia.
Antonio Maimone, padre di Francesco Pio, il giovane pizzaiolo strappato alla vita il 20 marzo 2023 agli chalet di Mergellina, ha espresso la sua impossibilità di concedere perdono a Francesco Pio Valda, l’uomo accusato e condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio.
Un fardello, secondo Maimone, troppo gravoso per l’animo umano, riservato alla divina misericordia.
L’arringa dell’avvocato Sergio Pisani, difensore civile, ha delineato un quadro sinistro e inquietante.

Non si è trattato, ha argomentato, di un atto isolato, né di una semplice vendetta personale.
La sparatoria, avvenuta in mezzo a una folla, ha configurato un atto di violenza ancora più grave, un omicidio di camorra che ha infranto l’apparente normalità di una serata di svago.

La richiesta di conferma dell’ergastolo è stata, quindi, presentata non solo a nome del popolo italiano, ma in memoria di Pio, vittima innocente di un contesto criminale radicato.
La figura di Valda, presente in collegamento videoconferenza dal carcere, è apparsa quasi un’entità astratta, un simbolo della violenza che affligge la città.

Oltre agli argomenti legali, l’attenzione si è concentrata sul significato profondo di un evento che ha scosso la coscienza collettiva.
L’avvocato Marco Buzzo, rappresentante del Comune di Napoli, ha sottolineato come non esistano vittime di serie A e di serie B, ma come certi eventi lascino un’impronta indelebile nella memoria.
Riconoscere l’aggravante mafiosa, ha affermato, significa non fare un passo indietro per una città che anela a una rinascita.
La circolazione di messaggi sui social media, documenti che rivelano le dinamiche e le rivalità tra gruppi criminali, ha ulteriormente corroborato la natura camorristica dell’omicidio.
L’avvocato Gianmario Siani, nella sua toccante arringa, ha evocato l’indicibile dolore di un genitore, la mancanza di parole adeguate per descrivere la perdita di un figlio.

Ha richiamato l’impegno della famiglia Maimone, che ha istituito una fondazione per onorare la memoria di Pio e contrastare la criminalità.
Ha poi fornito dati sconcertanti sulle vittime innocenti della criminalità organizzata in Campania, più di 600 persone, un numero che testimonia la brutalità e la pervasività di una guerra silenziosa.

La tragica notte di Mergellina, ha concluso, avrebbe potuto mietere altre vittime, ribadendo la precarietà della sicurezza e la necessità di un impegno costante per la legalità.
Il memoriale depositato dall’imputato Valda, rimasto oggetto di ulteriori valutazioni, potrebbe aggiungere ulteriori elementi alla ricostruzione degli eventi e alla comprensione delle motivazioni che hanno portato a questo tragico epilogo.

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