L’accesso all’assistenza sanitaria rappresenta una sfida complessa in contesti urbani dinamici come Bari, dove coesistono una popolazione residente, studenti universitari fuori sede, turisti e lavoratori temporanei.
Per rispondere a questa necessità, l’ASL Bari ha implementato un innovativo modello di assistenza ambulatoriale, inaugurando due nuove strutture diurni dedicate alla Medicina Generale.
Queste nuove ambulatori, strategicamente posizionate nel capoluogo pugliese, non costituiscono una mera estensione dei servizi esistenti, ma una riorganizzazione concettuale dell’offerta sanitaria.
L’obiettivo primario è garantire un accesso tempestivo e adeguato a una platea eterogenea di utenti, spesso privi di una solida rete di supporto medico locale.
L’ubicazione in via Martiri di via Fani facilita l’accesso e la fruibilità dei servizi, con orari di apertura mirati a coprire le fasce orarie di maggiore necessità, dal lunedì al giovedì (8:30-18:30) e il venerdì (8:30-14:30).
L’iniziativa si inserisce nel più ampio quadro del “Distretto Unico di Bari” e concretizza una delle opportunità derivanti dal recente Accordo Collettivo Nazionale di Medicina Generale.
Tale accordo, infatti, riconosce la necessità di flessibilità nell’erogazione dei servizi, superando la tradizionale polarizzazione tra medico di libera scelta e servizi pubblici.
Il nuovo modello introduce la figura del “medico del ruolo unico di Assistenza Primaria”, che, a rotazione, si rende disponibile per l’assistenza ambulatoriale, garantendo una copertura continuativa e dinamica delle esigenze della popolazione.
Questa implementazione non si limita a rispondere a una domanda occasionale, ma rafforza la resilienza del sistema sanitario locale.
Permette di alleggerire il carico sui medici di libera scelta, consentendo loro di concentrarsi sulla gestione dei pazienti di riferimento, e contemporaneamente offre una rete di sicurezza per coloro che si trovano in una condizione di non residenza o di transitorietà.
Il modello proposto dall’ASL Bari rappresenta un esempio virtuoso di come la riorganizzazione dei servizi sanitari, supportata da un quadro normativo aggiornato e da un approccio multidisciplinare, possa migliorare la qualità della vita e garantire l’equità nell’accesso alle cure, anche in contesti urbani complessi e in continua evoluzione.
In definitiva, si tratta di un investimento nella salute e nel benessere della comunità, che promuove l’inclusione e la sostenibilità del sistema sanitario territoriale.







