lunedì 6 Ottobre 2025
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nuovo modello di sviluppo più di, più del.

L’industria automobilistica europea si trova sull’orlo di una profonda trasformazione, un momento cruciale che esige una revisione strategica e un approccio rinnovato.

Italia e Germania, due pilastri fondamentali dell’economia continentale, hanno formalizzato una convergenza di intenti, inviando un messaggio univoco alla Commissione Europea: è necessario un cambio di paradigma nella gestione della transizione verso la mobilità sostenibile.
La missiva congiunta, frutto di una stretta collaborazione tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Ministero dell’Economia tedesco, non è un semplice atto formale, ma un segnale di una crescente consapevolezza: l’attuale traiettoria delineata dalle politiche europee, pur nobili nei propri obiettivi ambientali, rischia di compromettere la competitività, l’occupazione e la stessa vitalità del tessuto industriale europeo.
Il concetto chiave è quello di una “transizione sostenibile” intesa in senso olistico.
Non si tratta solamente di ridurre le emissioni di gas serra, ma di considerare l’impatto sociale ed economico delle scelte politiche.

La velocità imposta per l’elettrificazione del parco veicoli, ad esempio, se non accompagnata da investimenti adeguati in infrastrutture di ricarica, sviluppo di tecnologie alternative e riqualificazione della forza lavoro, rischia di generare disoccupazione, impoverimento e una crescente disparità tra regioni e classi sociali.
La critica implicita al “Green Deal”, definita come “gabbie ideologiche”, non nega l’importanza della sostenibilità ambientale, ma sottolinea la necessità di un approccio più pragmatico, che tenga conto delle specificità dei diversi settori industriali, delle capacità tecnologiche e delle condizioni economiche dei singoli Stati membri.

È fondamentale evitare decisioni imposte dall’alto, che rischiano di penalizzare le aziende meno competitive e di accelerare la delocalizzazione delle produzioni verso paesi con costi di lavoro inferiori.

La posizione congiunta Italia-Germania rappresenta un’occasione per avviare un dibattito costruttivo con la Commissione Europea, proponendo un modello di transizione che favorisca l’innovazione, la competitività e la creazione di posti di lavoro.

Ciò implica non solo un ripensamento delle normative e degli incentivi, ma anche un maggiore coinvolgimento del settore privato e delle parti sociali nella definizione delle strategie future.
La sfida è quella di coniugare ambizioni ambientali con esigenze economiche, garantendo un futuro prospero e sostenibile per l’industria automobilistica europea e per l’intera comunità continentale.
Si richiede una visione lungimirante, libera da pregiudizi ideologici e orientata al bene comune.

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