L’epilogo delle qualificazioni europee per il Mondiale 2026 ha visto Olanda e Germania sigillare il loro accesso alla rassegna iridata con prestazioni dominanti, delineando al contempo le sorti di altre nazionali chiamate a contendersi l’agognato pass per il torneo.
Ad Amsterdam, l’Olanda ha esibito una superiorità schiacciante contro la Lituania, concedendo unicamente l’ombra di una resistenza inesistente.
Il punteggio finale di 4-0 riflette la netta asimmetria del match, con Reijnders a inaugurare le celebrazioni, seguito dal rigore trasformato da Gakpo.
Simons e Malen hanno poi suggellato la vittoria, manifestando la solidità di una squadra desiderosa di riaffermare il proprio ruolo in ambito calcistico internazionale.
Contemporaneamente, la Germania ha consolidato il suo primato nel gruppo A, infliggendo alla Slovacchia un pesante 6-0.
Il risultato, oltre a garantire la qualificazione diretta, sottolinea la forza di un collettivo in ricostruzione, capace di esprimere un gioco propositivo e di segnare con diverse pedine.
Woltemade, Gnabry, Sané, Baku e, in particolare, l’esordiente Ouedraogo, hanno contribuito a costruire un risultato che condanna la Slovacchia a una prova di fuoco nei playoff.
Nel girone L, la Repubblica Ceca ha dato una magistrale dimostrazione di potenza offensiva, travolgendo il Gibilterra con un sonoro 6-0, assicurandosi anch’essa un posto nei playoff.
L’inseguimento di un mondiale ha visto poi la Polonia, guidata da Lewandowski, conquistare una vittoria cruciale in trasferta contro Malta, con un risultato finale di 2-3.
Un successo che, pur sofferto, permette ai polacchi di unirsi agli altri candidati ai sorteggi.
La dinamica del match tra Croazia e Montenegro ha offerto un racconto di resilienza e ribaltamento di fronte.
La squadra di casa, Montenegro, aveva inizialmente preso il controllo del match, portandosi in vantaggio per 2-0 con Osmajić e Krstović.
Tuttavia, la Croazia, già qualificata, ha dimostrato carattere e determinazione, rimontando nel secondo tempo grazie alle realizzazioni di Jakic e Vlasic, con Perisic che aveva accorciato i conti su rigore prima dell’intervallo.
Questo episodio, pur privo di conseguenze dirette sulla qualificazione croata, ha messo in luce la tenacia e la capacità di adattamento di una squadra collaudata.





