Un’operazione di portata eccezionale ha visto i Carabinieri dispiegati in un’ampia rete capillare sul territorio nazionale, con un focus particolare su Vicenza e le province circostanti del Veneto, e su Frosinone e Viterbo.
L’azione, orchestrata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia e coordinata a livello centrale, ha portato all’esecuzione di venti ordinanze di custodia cautelare in carcere, colpendo un’associazione criminale di origine nigeriana profondamente radicata nel tessuto sociale di Vicenza.
L’imponente dispositivo di forze dell’ordine, composto da oltre trecento militari, testimonia la complessità e l’estensione dell’organizzazione criminale smantellata.
Oltre ai Carabinieri del Veneto, il supporto operativo è stato fornito da reggimenti provenienti dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna, rafforzato dalla presenza di unità specializzate.
Squadre di intervento provenienti dai reggimenti “Trentino Alto Adige” e “Friuli Venezia Giulia”, il battaglione Veneto e il pronto intervento di Padova, hanno contribuito alla precisione e all’efficacia dell’operazione.
L’impiego di unità cinofile antidroga e un velivolo dell’eliconucleo di Belluno sottolinea l’approccio multidisciplinare adottato per affrontare una sfida di tale portata, suggerendo la possibile natura transnazionale e l’ampia gamma di attività illecite legate alla criminalità organizzata.
L’operazione non si limita a una mera repressione penale, ma rappresenta un’indagine di profondità volta a svelare le dinamiche interne all’associazione, i suoi canali di finanziamento, le connessioni con altre organizzazioni criminali e l’impatto sulla comunità locale.
Il coinvolgimento della Direzione Distrettuale Antimafia indica la percezione di un pericolo di natura particolarmente grave, suggerendo possibili collegamenti con attività di riciclaggio di denaro sporco, tratta di esseri umani o traffico di stupefacenti, attività spesso connesse a organizzazioni criminali complesse e strutturate.
La localizzazione geografica dell’associazione a Vicenza solleva interrogativi sulla presenza e l’integrazione di comunità immigrate, e sulla possibile vulnerabilità di determinate aree a fenomeni di criminalità organizzata.








