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PAC 2028-2034: Agricoltura Europea a Rischio?

Il dibattito sulla riforma della Politica Agricola Comune (PAC) per il periodo 2028-2034 ha dominato il recente convegno “Agricoltura e Europa: il futuro della PAC in discussione” a Siena, un evento promosso dall’Unione Provinciale Agricoltori.
L’incontro ha visto convergere istituzioni, ricercatori e rappresentanti del settore, evidenziando una crescente preoccupazione per una revisione che rischia di compromettere le fondamenta stesse dell’agricoltura europea.

Il cuore del contendere risiede nella potenziale riduzione delle risorse finanziarie destinate al settore, unita alla prospettiva di una frammentazione delle competenze, che potrebbe innescare una pericolosa deriva nazionalizzatrice.
In un contesto globale caratterizzato da crescenti instabilità geopolitiche ed economiche, la sicurezza alimentare e l’autonomia produttiva si configurano come imperativi strategici, rendendo la potenziale erosione del sostegno europeo all’agricoltura una scelta apparentemente controproducente.
Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Siena, ha espresso con chiarezza la necessità di un cambio di rotta, sottolineando come la PAC rappresenti una politica fondativa per l’identità e la stabilità dell’Unione Europea.
Simone Lorenzo Signorini, presidente dell’UPA di Siena, ha aggiunto che il settore agricolo non può essere relegato a un ruolo marginale, soprattutto in un momento storico che impone un rafforzamento della sua resilienza.
Le proposte attuali, come evidenziato da Roberto Caponi, direttore generale di Confagricoltura, prevedono una contrazione del 22% delle risorse complessive e una riorganizzazione dei pilastri che ne costituiscono l’architettura, sollevando seri dubbi sulla sostenibilità del sistema.
La critica più ricorrente è l’inadeguatezza del processo decisionale, accusato di essere carente di ascolto reale delle istanze provenienti dal mondo agricolo.

Massimo Vincenzini, presidente dell’Accademia dei Georgofili, ha sottolineato l’importanza di una visione strategica, capace di rispondere alle complesse trasformazioni ambientali e sociali che stanno ridisegnando il paesaggio agricolo.

Giorgio Cantelli Forti, presidente dell’Accademia nazionale dell’agricoltura, ha ampliato la prospettiva, ricordando che l’agricoltura non si limita a una questione economica, ma incarna valori culturali, etici e legati alla tutela della vita stessa.

Un taglio indiscriminato delle risorse PAC, in quest’ottica, significherebbe compromettere la garanzia di qualità e sicurezza alimentare per i cittadini europei.

Il convegno ha infine focalizzato l’attenzione sulle sfide legate alla competitività e al ricambio generazionale, elementi cruciali per il futuro del settore.
Mario Braga, presidente nazionale del Collegio dei Periti Agrari, ha evidenziato la necessità di sostenere le aziende agricole realmente produttive, favorendo al contempo l’ingresso di giovani imprenditori, fornendo loro le condizioni economiche e gli strumenti necessari per costruire un futuro sostenibile.
L’esigenza, quindi, non è solo quella di preservare l’agricoltura come motore economico, ma anche come presidio di identità, cultura e futuro per l’Europa.

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