- pubblicità -

PAC a rischio: Agricoltori italiani scendono in campo.

- PUBBLICITA -

La proposta di riforma della Politica Agricola Comune (PAC) presentata dalla Commissione Europea, sotto la guida di Ursula von der Leyen, rappresenta un punto di svolta potenzialmente devastante per l’agricoltura europea e per il tessuto socio-economico dei territori rurali.
La delegazione confederale di Cia Agricoltori Italiani, presieduta da Cristiano Fini, ha espresso una ferma opposizione a questa revisione, denunciandone la tendenza a smantellare l’essenza stessa della PAC e a introdurre meccanismi che rischiano di innescare una competizione distruttiva tra i diversi comparti agricoli.
La manifestazione a Bruxelles, a cui ha partecipato una significativa rappresentanza della Cia Marche, ha visto la partecipazione anche di giovani agricoltori, testimoniando un impegno trasversale a difesa di un modello agricolo sostenibile e resiliente.

La mobilitazione non è un mero atto di protesta, ma la voce di un settore vitale che si sente tradito da scelte politiche che ignorano le sue reali esigenze.
La zootecnia, in particolare, non può essere considerata un problema da risolvere, ma una risorsa strategica per la sicurezza alimentare, la salvaguardia del paesaggio e la creazione di occupazione, soprattutto in aree rurali spesso marginali.
L’importanza di questa attività economica fondamentale impone una difesa tenace e determinata.

Parallelamente alla richiesta di una PAC più equa e adeguata, si rivendica una maggiore reciprocità negli accordi commerciali internazionali, con particolare riferimento al controverso accordo Mercosur.

Pur riconoscendo il valore degli scambi commerciali, è imprescindibile che questi non gravino in modo sproporzionato sull’agricoltura europea, penalizzandone la competitività e la sopravvivenza.
La riforma della PAC post-2027, così come prospettata, potrebbe avere conseguenze drammatiche, mettendo a rischio fino a 270.000 aziende agricole in Italia, con ripercussioni pesantissime nel Centro Italia.
Dietro ogni azienda agricola c’è un ecosistema di lavoro, filiere produttive, gestione del territorio e, non ultimo, la lotta contro lo spopolamento delle aree rurali.

L’Associazione Giovani Imprenditori Agricoli (Agia) Marche, presente a Bruxelles, qualifica la proposta di riforma come una scelta “scellerata”, frutto di una distanza preoccupante tra le istituzioni comunitarie e la realtà concreta delle imprese agricole.

La PAC rappresenta per i giovani agricoltori un’ancora di speranza, un’opportunità per investire nell’innovazione e per costruire un futuro sostenibile nel settore.

La sua erosione significa negare ai giovani agricoltori un ruolo attivo e riconosciuto nel futuro dell’Europa.

La richiesta è chiara: ritiro immediato della proposta di riforma e avvio di un confronto serio e costruttivo con il mondo agricolo, un dialogo autentico che tenga conto delle esigenze reali dei produttori e delle specificità dei territori.
Si tratta di difendere non solo l’agricoltura, ma l’intera comunità europea, garantendo cibo di qualità, preservando il paesaggio e assicurando un futuro prospero per le generazioni a venire.
La compattezza e la determinazione degli agricoltori europei rappresentano un fattore imprescindibile per raggiungere questi obiettivi.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap