Il Partito Democratico nelle Marche si trova ad affrontare un momento delicato, segnato da una rinnovata riflessione interna e da una discussione che coinvolge figure apicali e dinamiche consolidate.
In queste settimane, le assemblee provinciali stanno fungendo da cruciali arene di confronto, preludio a una direzione regionale destinata a delineare le prossime strategie e a chiarire posizioni.
L’iniziativa, resa necessaria dalle recenti polemiche relative alla cancellazione dall’anagrafe degli iscritti per l’anno 2025/2026 del consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo, è stata sottolineata dalla segretaria regionale, Chantal Bompressi, come un’occasione imprescindibile per un dialogo costruttivo.
La vicenda di Mastrovincenzo, figura di spicco nel panorama politico marchigiano dal 2008 e precedentemente presidente dell’Assemblea Legislativa, solleva interrogativi complessi sulla gestione delle candidature e sul rapporto tra le istanze locali e le decisioni centrali.
La sua elezione nella lista “Ricci Presidente”, avvenuta a seguito del veto alla sua ricandidatura per un terzo mandato, ha esacerbato le tensioni preesistenti, evidenziando una frattura interna che il partito cerca ora di sanare.
Questo episodio, lungi dall’essere una questione meramente amministrativa, rivela una disputa più ampia riguardante l’interpretazione dello statuto e la legittimità delle decisioni prese a livello regionale.
È fondamentale sottolineare il ruolo cruciale delle Commissioni di Garanzia, enti autonomi e indipendenti che, nel loro operato, si attengono rigorosamente alle disposizioni statutarie.
Il loro compito è quello di garantire la legalità e la correttezza delle procedure, operando nell’ambito delle norme stabilite e non potendo, pertanto, discostarsene.
Questa sottolineatura mira a dissipare eventuali dubbi sulla legittimità delle loro azioni, ribadendo l’importanza del rispetto delle regole interne.
La segretaria Bompressi esprime la ferma volontà di promuovere una collaborazione proficua, fondata sul rispetto reciproco e sull’ascolto delle diverse posizioni.
La priorità è quella di preservare l’unità del partito, un patrimonio fragile costruito con impegno e sacrifici, e di concentrare gli sforzi su questioni concrete che riguardano la cittadinanza, a partire dalla crisi del sistema sanitario regionale.
Il ritorno a un dialogo aperto e costruttivo è percepito come un imperativo per affrontare le sfide che attendono il PD, mirando a riconquistare la fiducia dei cittadini e a rafforzare la propria rilevanza nel panorama politico italiano.
L’obiettivo ultimo è quello di superare le divisioni interne per proiettare il partito verso un futuro di rinnovamento e di servizio alla comunità.







