L’emergenza idrogeologica che affligge la provincia di Pesaro Urbino si configura come una sfida complessa e urgente, che trascende la mera necessità di interventi manutentivi.
Si tratta di un quadro di vulnerabilità strutturale, esteso per 1150 chilometri di strade provinciali, che richiede un investimento stimato in oltre 100 milioni di euro solo per tamponare le conseguenze del dissesto.
Questa fotografia, presentata dalla Provincia alla Prefettura a fine 2021 su richiesta del Ministero dell’Interno, evidenzia un gap tra la constatazione del problema e l’effettiva risposta operativa.
Le successive alluvioni, in particolare quelle del 2022 e 2023, hanno ulteriormente aggravato la situazione, devastando il comprensorio del Catria, la valle del Conca e il basso Pesarese.
Non si tratta di eventi isolati, bensì di manifestazioni acute di una fragilità territoriale radicata, amplificata dai cambiamenti climatici e dall’urbanizzazione selvaggia che hanno alterato i naturali equilibri idrici.
La complessità del problema risiede nella sua natura multidimensionale: coinvolge aspetti infrastrutturali, ambientali, economici e sociali, richiedendo un approccio integrato e a lungo termine.
Un elemento cruciale, purtroppo sottoutilizzato, è rappresentato dal Regolamento di Polizia Rurale per la tutela del suolo e della viabilità pubblica, elaborato dalla Provincia nel 2008.
Questo strumento normativo, se applicato con rigore, potrebbe contribuire a mitigare il rischio idrogeologico attraverso la regolamentazione delle attività antropiche sul territorio, la prevenzione dell’erosione del suolo e la corretta gestione delle acque superficiali e sotterranee.
La sua scarsa applicazione, come sottolinea il Presidente della Provincia, Giuseppe Paolini, rivela una lacuna nell’efficacia dell’azione amministrativa e una mancanza di consapevolezza della sua importanza strategica.
L’aggiornamento del regolamento è certamente auspicabile, ma non può essere considerato una panacea.
La vera chiave per affrontare l’emergenza risiede nella sua applicazione rigorosa e nell’adozione di misure preventive mirate, che includano la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, il ripristino della vegetazione ripariale, la realizzazione di opere di mitigazione del rischio (come bacini di laminazione e opere di canalizzazione) e la promozione di pratiche agricole sostenibili.
È inoltre necessario rafforzare la collaborazione tra gli enti locali, le istituzioni scientifiche e le comunità locali, promuovendo la sensibilizzazione e la partecipazione attiva dei cittadini nella gestione del territorio.
La resilienza della provincia di Pesaro Urbino dipende dalla capacità di trasformare questa sfida in un’opportunità per ripensare il rapporto tra uomo e ambiente, costruendo un futuro più sicuro e sostenibile.







