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martedì 11 Novembre 2025

Pesca a strascico nel Tirreno: rischio perdita e appello a Bruxelles

Il fermo temporaneo della pesca a strascico nel Tirreno, esteso di un mese per disposizione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Masaf), in risposta a superamenti dei limiti di giorni di pesca autorizzati, rischia di generare una perdita economica significativa, stimata in 25-26 milioni di euro, escluso l    .
Questa misura, volta ad evitare una sospensione totale delle attività di pesca, auspicata dalla Commissione Europea, colpisce in modo particolarmente duro le comunità costiere delle regioni coinvolte: Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, elementi essenziali per l .

La pesca nel Tirreno, come evidenzi  , ha un valore economico tra i 160 e i .

L’impatto è particolarmente grave in Sicilia, che con la sua ampia flotta e le ampie zone di mare pescate, e in Toscana, fulcro della pesca nella parte centro-settentrionale del Tirreno.
Campania e Lazio, con un peso notevole nella flotta e nelle aree di pesca, si trovano ad affrontare sfide significative.
Al cuore di questa decisione si pone la necessità di preservare lo stock di nasello, una specie di notevole importanza per il mercato ittico europeo e ampiamente consumata in Italia, ma considerata in stato di sovrasfruttamento nel bacino tirrenico.
Questa misura, pur necessaria dal punto di vista della gestione sostenibile delle risorse marine, pone un’enorme pressione sulle comunità di pescatori, molti dei quali operano con imbarcazioni di piccole dimensioni e con modalità di pesca tradizionali.
Il negoziato con le autorità europee, supportato dal Masaf, ha evitato l’adozione di misure ancora più drastiche, ma impone comunque sacrifici significativi, in particolare per la pesca artigianale e l’uso di palangari.
L’appello a Bruxelles mira a una maggiore considerazione delle conseguenze economiche e sociali delle politiche comunitarie, e a una revisione dei regolamenti europei, in particolare quelli relativi al Fondo Europeo Affari Marittimi, Pesca e Acquacoltura (FEAMPA), al fine di includere le richieste di demolizione ancora in sospeso.

L’immediata necessità è quella di fornire sostegno economico alle cooperative che gestiscono i mercati ittici e forniscono servizi agli armatori, poiché due mesi senza reddito sono insopportabili per molte realtà.

Inoltre, è fondamentale adottare misure specifiche per le attività di pesca diverse dallo strascico, promuovendo una condivisione responsabile degli oneri legati alla sostenibilità.
Questo richiede un approccio integrato che tenga conto non solo delle esigenze di conservazione delle risorse marine, ma anche della necessità di salvaguardare il sostentamento e la dignità delle comunità che dipendono dalla pesca.

La transizione verso modelli di pesca più sostenibili deve avvenire in modo graduale e accompagnata da politiche di supporto che consentano alle comunità di adattarsi e di diversificare le proprie attività, garantendo al contempo la continuità di una tradizione millenaria e di un patrimonio culturale unico.

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