Un’onda di protesta ha investito il Piemonte, con Torino epicentro di una mobilitazione sindacale di ampia portata.
Diecimila persone hanno riempito le vie della città, mentre migliaia di lavoratori si sono uniti in altre località regionali, rispondendo allo sciopero indetto dalla CGIL contro la manovra finanziaria del governo Meloni.
L’adesione, secondo le stime del sindacato, si è rivelata particolarmente significativa, superando in alcuni settori i livelli più ampiamente previsti.
Il quadro complessivo rivela un forte segnale di dissenso che trascende i confini settoriali.
Dati preliminari indicano un’affluenza massiccia in contesti produttivi diversificati, dalla logistica alla ristorazione collettiva, dall’industria aerospaziale alla farmaceutica, e ancora al comparto della grande distribuzione.
Nello specifico, la piattaforma logistica di Leroy Merlin ha visto un’interruzione quasi totale dell’attività con un’adesione stimata all’80%, mentre nelle mense scolastiche torinesi il blocco ha coinvolto il 70% del personale.
La completa fermo del lavoro è stata registrata nelle sedi Sodexo, a testimonianza di un sentimento di profondo malcontento.
Le realtà industriali di rilievo, come Leonardo, Bitron, Avio, Pirelli e Unifarma di Pianezza, hanno riscontrato un’interruzione significativa delle attività, con percentuali di adesione che si attestano tra il 70% e l’80%.
Questi numeri, che superano le aspettative iniziali, suggeriscono un’ampia condivisione delle preoccupazioni sollevate dal sindacato riguardo agli impatti della legge di bilancio sui diritti dei lavoratori, sulla stabilità occupazionale e sulla protezione sociale.
La manifestazione, culminata in piazza Castello, ha visto la partecipazione di leader sindacali di spicco: Federico Bellono, segretario generale CGIL Torino, Vilma Gaillard, segretaria generale CGIL Valle d’Aosta, e Tania Scacchetti, segretaria SPI CGIL nazionale.
I comizi hanno offerto l’opportunità di illustrare le ragioni della protesta, sottolineando le criticità della manovra finanziaria e proponendo alternative per garantire un futuro più equo e sostenibile per i lavoratori italiani.
La mobilitazione rappresenta un chiaro segnale di allarme e un appello al governo affinché prenda in considerazione le esigenze dei lavoratori e riveda le scelte politiche che potrebbero compromettere il loro benessere e il futuro del Paese.
L’adesione massiccia allo sciopero testimonia la determinazione del movimento sindacale e la sua volontà di difendere i diritti acquisiti e di costruire un futuro più giusto per tutti.






