La promessa di un’imponente infrastruttura che avrebbe collegato la Calabria alla Sicilia, il ponte sullo Stretto, sembra ora relegata a un futuro indefinito.
L’annuncio, contenuto in un emendamento alla manovra governativa, posticipa l’erogazione di 780 milioni di euro, originariamente destinati al progetto, al 2033.
Questa decisione, come sottolinea la sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, smonta di fatto le aspettative alimentate dal Ministro Salvini, che aveva prospettato l’avvio dei cantieri entro il 2026 o, al più tardi, al termine della legislatura nel 2027.
L’inerzia del progetto, tuttavia, non è una novità per chi, come l’amministrazione comunale, ha sollevato perplessità e contestato la validità dell’iter procedurale fin dal dicembre dell’anno precedente, presentando formale ricorso al TAR del Lazio.
Il ricorso mirava a evidenziare le criticità intrinseche al progetto, che vanno ben oltre la mera questione finanziaria.
Si tratta di una valutazione complessiva che tiene conto di impatti ambientali, geologici e sismici, nonché della sostenibilità economica dell’opera nel lungo termine.
L’atto governativo di posticipo dei finanziamenti, a detta della sindaca, potrebbe essere interpretato come un segnale di cautela e responsabilità da parte dell’esecutivo.
In un contesto di crescenti preoccupazioni legate alla fragilità sismica del territorio e alla complessità delle sfide ingegneristiche coinvolte, un rinvio potrebbe consentire una più accurata revisione del progetto e una valutazione più realistica delle risorse necessarie.
Tuttavia, questo cambiamento di rotta non cancella le delusioni e le incertezze che gravano sulla comunità locale.
Il sogno di un ponte, che avrebbe dovuto rappresentare un motore di sviluppo economico e sociale per la regione, si scontra con la realtà di un’attesa prolungata e con interrogativi ancora aperti.
Il futuro del ponte sullo Stretto non è solo una questione di finanziamenti, ma anche di visione strategica, di rispetto per l’ambiente e di ascolto delle esigenze del territorio, elementi imprescindibili per un’opera che, se realizzata, debba realmente contribuire al benessere della comunità.
L’amministrazione comunale, nel sottolineare la necessità di una riflessione più ampia, rimane disponibile al dialogo costruttivo, auspicando una revisione del progetto che ne garantisca la fattibilità, la sostenibilità e la reale utilità per la regione.






