La crescente preoccupazione per le condizioni di lavoro all’interno di Poste Italiane si materializza in un’accusa formale da parte delle segreterie regionali di Slc-Cgil e Uilposte, che descrivono uno scenario lavorativo in rapida e insostenibile deterioramento.
La denuncia non si limita a una semplice elencazione di problematiche, ma traccia un quadro complesso di un sistema sotto pressione, dove il benessere del personale e la qualità del servizio pubblico risentono pesantemente di scelte gestionali discutibili.
L’emergenza, come la definiscono i sindacati, affonda le radici in una cronica carenza di personale, un deficit strutturale che costringe i dipendenti a una sovrapposizione di mansioni, annullando la specializzazione e aumentando esponenzialmente il rischio di errori e rallentamenti.
Questa polivalenza forzata, unita a turni estenuanti e a una rigida organizzazione del lavoro, genera un clima di stress generalizzato, predisponendo il personale al burnout e compromettendo la loro salute fisica e psicologica.
Il risultato è una spirale negativa: la diminuzione della produttività individuale si riflette in un servizio meno efficiente, frustrando sia i dipendenti che i cittadini.
Oltre alla carenza organica, i sindacati denunciano un modello contrattuale precario e flessibile, eccessivamente dipendente da contratti a termine.
Questa forma di impiego, priva di stabilità e prospettive di crescita professionale, alimenta l’insicurezza e scoraggia l’impegno a lungo termine, erodendo la qualità del capitale umano.
L’uso pervasivo del lavoro straordinario, spesso non retribuito e imposto con tattiche di pressione, aggrava ulteriormente la situazione, alimentando un senso di sfruttamento e svalutazione del lavoro.
Le promesse, reiterate ma mai mantenute, di assunzioni a tempo indeterminato rappresentano un ulteriore elemento di demotivazione e risentimento.
La sicurezza sul lavoro emerge come un altro punto critico.
La carenza di personale e la disorganizzazione interna comportano un aumento dei movimenti e delle percorrenze, esponendo i dipendenti a rischi crescenti e a un aumento degli incidenti e degli infortuni.
Questa situazione, lungi dall’essere un incidente isolato, appare come una conseguenza diretta di scelte gestionali che privilegiano l’efficienza a breve termine a scapito della sicurezza dei lavoratori.
Il clima all’interno degli Uffici Postali è descritto come vessatorio, particolarmente per il personale commerciale, oggetto di pressioni continue e irragionevoli per il raggiungimento di obiettivi di vendita.
Questa pressione si manifesta attraverso riunioni fuori orario, minacce velate e richiami continui, configurando un comportamento inaccettabile che viola la dignità lavorativa e crea un ambiente di lavoro ostile.
L’azione sindacale si pone come obiettivo la tutela della salute e del benessere del personale, la garanzia di un ambiente di lavoro sicuro e dignitoso, e la richiesta di un cambio di paradigma gestionale che metta al centro il rispetto dei diritti dei lavoratori e la qualità del servizio pubblico.
La rivendicazione non è solo una questione salariale, ma un appello a un modello di sviluppo sostenibile che riconosca il valore del lavoro e promuova il benessere della comunità.








