Povertà strutturale in Basilicata: allarme Caritas e Uil

Il rapporto Caritas di Potenza, Muro Lucano e Marsico Nuovo proietta un’ombra di allarme che non può essere liquidata come un mero dato statistico.
Vincenzo Tortorelli, Segretario Generale della Uil Basilicata, ha espresso una profonda inquietudine, confermata dalle conversazioni che il progetto “On the Way” intrattiene con gli amministratori locali, evidenziando un quadro sociale in rapido deterioramento.
La situazione che emerge non è più definibile come una crisi contingente, una fase transitoria di difficoltà, bensì come una condizione strutturale di povertà, radicata e persistente.
L’analisi del rapporto Caritas, in sintonia con le osservazioni sul campo, rivela un intreccio complesso di fattori che alimentano questa vulnerabilità diffusa.
L’instabilità precaria del mondo del lavoro, caratterizzata da contratti a termine, part-time involontario e salari insufficienti, erodede la sicurezza economica delle famiglie.

Questo disagio finanziario si somma a tensioni familiari spesso amplificate da carenze di supporto psicologico e sociale, generando un circolo vizioso di frustrazione e marginalizzazione.
La progressiva erosione delle reti sociali, un tempo pilastri di sostegno comunitario, aggrava ulteriormente la situazione, lasciando individui e nuclei familiari isolati e privi di risorse emotive e pratiche.
Il fenomeno della povertà strutturale non è un’anomalia da correggere con interventi isolati o “spot”.
Richiede un cambio di paradigma nelle politiche pubbliche, un investimento strategico e a lungo termine in ambiti cruciali.

È imperativo promuovere una formazione professionale realmente accessibile, che offra competenze spendibili nel mercato del lavoro e che sia in grado di rispondere alle esigenze di un’economia in continua evoluzione.

I servizi territoriali devono essere potenziati e ripensati, orientati a una prevenzione efficace del disagio, in grado di intercettare i segnali di allarme prima che si traducano in situazioni irreversibili.
Ma la soluzione non può limitarsi all’assistenzialismo o alla mera gestione delle emergenze.

È necessario un’inversione di rotta nel modello economico, con politiche che incentivino la creazione di posti di lavoro stabili e dignitosi, che offrano prospettive di crescita professionale e che contribuiscano a ridurre le disuguaglianze sociali.

L’attenzione non deve concentrarsi solo su indicatori macroeconomici, come il PIL, ma anche sulla qualità della vita, sulla coesione sociale e sulla sostenibilità ambientale.

Solo attraverso un approccio integrato e olistico sarà possibile spezzare il ciclo della povertà strutturale e offrire a tutti i cittadini lucani una reale opportunità di costruire un futuro migliore.

Il silenzio o l’indifferenza politica non sono più opzioni sostenibili; la responsabilità è collettiva e richiede un impegno concreto e condiviso.

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