Durante l’udienza preliminare svoltasi a Biella, il deputato Emanuele Pozzolo ha fornito una dettagliata difesa nel processo che lo vede imputato per un episodio verificatosi nella serata del 31 dicembre 2023 a Rosazza.
La sua deposizione, centrata sulla negazione del fatto sparato e sulla legittimità del possesso e dell’acquisto degli ordigni utilizzati, ha cercato di delineare un quadro esplicativo alternativo alle ricostruzioni presentate dall’accusa.
Pozzolo ha innanzitutto richiamato l’esistenza di un porto d’armi rilasciato a suo favore, motivato da “comprovate esigenze” derivanti dal suo ruolo di oppositore del regime iraniano.
Questa circostanza, ha sottolineato, ha reso necessario il possesso di un’arma per la propria difesa, circostanza formalmente riconosciuta dalle autorità competenti.
L’emissione del porto d’armi, quindi, non rappresenta un atto illegale o sospetto, ma una risposta a una specifica e documentata necessità di protezione.
Riferendosi alla drammatica notte di Rosazza, il deputato ha affermato con fermezza di non aver materialmente sparato.
La pistola, al momento dello sparo, non era nelle sue mani.
Ha inoltre precisato che, in base alla sua comprensione della normativa e delle disposizioni concesse, era pienamente legittimato a detenere l’arma in quel frangente.
La sua condotta, a suo dire, si è sempre conformata alla legalità, senza alcuna intenzione di possedere illegalmente l’arma.
Un punto cruciale della difesa di Pozzolo è stato dedicato alla natura dei proiettili utilizzati.
Ha contestato l’interpretazione che li classificasse come munizioni “da guerra”, sostenendo di averli regolarmente acquistati presso un’armeria, circostanza che, a suo avviso, ne attesta la non appartenenza alla categoria delle armi militari.
L’ordinaria reperibilità in un’armeria, per lui, rappresenta un elemento probatorio a sostegno della sua innocenza.
L’assenza di prescrizioni specifiche sulla licenza di collezione e porto d’armi, che avrebbero potuto indicare un divieto d’uso, rafforza ulteriormente la sua posizione.
Le ricostruzioni a suo carico, ha concluso, sono intrinsecamente contraddittorie e non concordanti, rendendo necessarie ulteriori verifiche e approfondimenti.
La prossima udienza, prevista a fine mese, determinerà il prosseguimento del processo e la possibile conclusione della vicenda giudiziaria.
La sua difesa, quindi, si basa sulla legittimità formale del possesso d’armi, sulla negazione del fatto sparato e sulla contestazione della qualificazione dei proiettili come armi da guerra.





