Nel cuore pulsante di Pisticci, comunità vibrante nel territorio Materano, si erge quest’anno un Presepe che trascende la mera decorazione natalizia.
Più che un allestimento artistico, esso si configura come un’incarnazione tangibile di fede radicata, un frammento vivo di una festa secolare che continua a illuminare il popolo attraverso la venerazione della Madre di Dio.
Parole di Don Francesco Di Marzio, delegato arcivescovile e figura chiave dell’Associazione Maria Santissima della Bruna, sottolineano come questa creazione, realizzata dall’abile mano dell’artista Andrea Sansone su incarico del gruppo, si ponga come un potente richiamo all’essenza stessa del Natale.
Ospitato con generosa accoglienza presso la parrocchia di Sant’Antonio di Padova, grazie alla sensibilità del parroco Don Mattia Albano, il Presepe si fa segno di unione fraterna all’interno della comunità ecclesiale.
La sua collocazione non è casuale; essa esprime la profonda consapevolezza che il Mistero della Natività rappresenta il nucleo fondante della tradizione, il punto di convergenza di una fede che si tramanda di generazione in generazione.
Ogni statua, ogni dettaglio minuzioso, sono un omaggio alla semplicità di Betlemme, un invito a contemplare, con animo puro e distaccato dalla frenesia dei giorni, l’incredibile prodigio dell’Incarnazione: l’atto divino che sceglie la fragilità e la piccolezza per rivelarsi all’umanità.
La Festa della Bruna, nella sua identità più autentica, affonda le sue radici in questa logica trascendentale.
Essa celebra la fede che si traduce in servizio concreto, la tradizione che si eleva a testimonianza viva, la devozione che genera un tessuto comunitario solido e resiliente.
Il Presepe, pertanto, si erge a profezia di speranza in un presente spesso segnato da incertezze e difficoltà.
Quest’allestimento non è una semplice riproduzione del passato, ma un rinnovamento, un’opportunità per riscoprire, attraverso la semplicità della scena nativa, il valore intrinseco dell’attesa, la forza della fede e la consolazione della speranza.
Don Francesco invita i fedeli a dedicare un momento di riflessione, a sostare con rispetto davanti a questo segno luminoso, a lasciarsi pervadere dall’atmosfera solenne che emana.
“Lasciate che il silenzio della grotta vi parli, che il volto materno della Madonna vi accompagni, che il Bambino Gesù vi apra il cuore a una rinnovata fiducia,” esorta Don Francesco.
È in quella umile mangiatoia che risiede il senso più profondo della Festa, la sorgente inesauribile di quella pace autentica che ardentemente desideriamo per le nostre famiglie e per la nostra terra, per un futuro segnato da concordia e prosperità.
Un invito a riscoprire la sacralità del Natale, al di là del consumismo e dell’effimero.





