Un’iniziativa pionieristica si materializza nella provincia di Barletta-Andria-Trani, un atto di indirizzo e protezione volto a salvaguardare la fragilità infantile esposta alla violenza di genere.
Undici articoli fondamentali compongono un protocollo operativo siglato dalla Procura di Trani, dall’ASL BAT e dai Servizi Sociali dei comuni locali, un intervento che si configura come risposta concreta a una realtà drammatica e sempre più diffusa: quella dei minori “speciali”, figli privati della figura materna a causa di atti di femminicidio.
L’obiettivo primario del protocollo è fornire un supporto mirato e tempestivo a quei bambini e adolescenti che, in un istante, si ritrovano orfani non solo della madre, ma anche, potenzialmente, del padre, qualora questi sia l’autore del tragico gesto.
Questa duplice perdita genera un trauma profondo e duraturo, una frattura esistenziale che segnerà l’intera traiettoria di crescita del minore.
La gestione di questo momento critico, con la sua carica emotiva devastante e le sue implicazioni psicologiche complesse, si pone come un’esigenza impellente, una responsabilità collettiva che non può essere elusa.
Il protocollo, lungi dall’essere una mera formalità burocratica, definisce percorsi di intervento rapidi e integrati, con procedure condivise tra le diverse istituzioni coinvolte.
Si tratta di un approccio multidisciplinare che prevede la collaborazione tra specialisti della salute mentale, assistenti sociali, psicologi, educatori e operatori legali, con l’obiettivo di fornire al minore un sostegno completo e personalizzato, che tenga conto delle sue specifiche esigenze e fragilità.
Un elemento cruciale dell’iniziativa è l’attenzione alla prevenzione.
Attraverso la cosiddetta “domestic homicide review”, la Procura di Trani intende analizzare i casi che avrebbero potuto sfociare in una tragedia, identificando i segnali di allarme trascurati e le opportunità mancate.
Questo processo di revisione, privo di intenti accusatori, mira a migliorare i sistemi di supporto esistenti e a rafforzare la capacità di intervento precoce.
La consapevolezza della necessità di un approccio sinergico è centrale in questa iniziativa.
Come sottolinea il Procuratore Renato Nitti, l’efficacia di qualsiasi azione dipende dalla capacità di creare una rete di collaborazione estesa a tutti gli attori rilevanti, dai centri antiviolenza alle istituzioni locali.
Solo attraverso un dialogo aperto e continuo è possibile costruire un sistema di protezione resiliente e in grado di rispondere efficacemente alla sfida della violenza di genere e delle sue conseguenze devastanti sui minori.
Il protocollo non è un punto di arrivo, ma l’inizio di un percorso continuo di miglioramento e di impegno a favore dei diritti e del benessere dei bambini e degli adolescenti che hanno subito un trauma così profondo.








