La stretta di mano al Palamartino, ieri sera a Bari, trascende la mera formalità di un saluto.
È il simbolo di una riappacificazione complessa, la restituzione di un’armonia che si era incrinata nel corso dei mesi precedenti, a seguito di una divergenza strategica cruciale.
Antonio Decaro, candidato alla presidenza della Regione Puglia per il centrosinistra, ha minimizzato l’episodio, liquidandolo come l’esito naturale di un rapporto improntato alla correttezza e al rispetto reciproco con il governatore uscente, Raffaele Emiliano.
Tuttavia, la gestualità non inganna: dietro quell’abbraccio si cela un percorso di mediazione e riconciliazione dopo che Decaro aveva precluso a Emiliano la possibilità di ricoprire un ruolo di consigliere regionale.
Questa riavvicinamento, apparentemente semplice, è significativo nel contesto politico pugliese.
La coalizione progressista, un mosaico di sensibilità e istanze diverse, ha attraversato una fase di difficoltà, alimentata da ambizioni personali e da differenti visioni del futuro regionale.
La decisione di Decaro, percepita da alcuni come una mossa autoritaria, aveva esacerbato le tensioni, mettendo a rischio l’unità del fronte.
Ora, a una settimana cruciale dalle elezioni, l’unità apparente risuona come un messaggio rivolto all’elettorato: la capacità di superare le divergenze interne, di anteporre l’interesse collettivo alle ambizioni individuali.
Decaro, consapevole dell’importanza di questo segnale, ha insistito sulla necessità di presentarsi compatti, focalizzando gli sforzi verso un unico obiettivo: la partecipazione democratica.
“L’appello che lancio è quello di un dovere civico”, ha affermato Decaro.
“Votare non è un atto scontato, ma un diritto prezioso, conquistato con sacrifici e lotte nel corso della storia.
È un esercizio fondamentale per il rafforzamento della democrazia e per la costruzione di un futuro più giusto e prospero per la nostra regione.
“L’enfasi sulla partecipazione al voto sottolinea, inoltre, una consapevolezza diffusa: l’affluenza alle urne è l’indicatore più veritiero del consenso, il termometro della vitalità democratica.
In un’epoca caratterizzata da disaffezione e disillusione, incoraggiare la partecipazione diventa un atto di responsabilità, un investimento sul futuro della comunità.
La stretta di mano di ieri sera, dunque, è solo l’inizio di un’ultima, intensa mobilitazione elettorale, un ultimo sforzo per coinvolgere i cittadini e confermare il valore della democrazia.







