venerdì 10 Ottobre 2025
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Riforma Carceri: Abbattere Barriere, Costruire Futuro.

La recente ispezione al carcere Regina Coeli ha rivelato una situazione di grave degrado strutturale, con un crollo parziale del tetto che, fortunatamente, si è limitato a danni materiali grazie a circostanze fortuite.

L’episodio, più che un evento isolato, emerge come sintomo di una patologia più profonda: l’obsolescenza cronica di una struttura carcerearia inadeguata a garantire la sicurezza dei detenuti, del personale e della collettività.

Durante il sopralluogo, ho espresso la mia vicinanza e solidarietà alla direttrice e a tutto il corpo di guardia, consapevoli delle sfide quotidiane che affrontano in un ambiente così fragile e precario.

Tuttavia, la solidarietà non può e non deve sostituire l’azione.

La realtà è inequivocabile: Regina Coeli, nato in un’epoca storica profondamente diversa e concepito per finalità differenti, non può più rappresentare un luogo di detenzione.

Le nostre politiche regionali sono impegnate nell’ampliamento e nel miglioramento dei servizi sanitari all’interno del carcere, con l’attivazione e il consolidamento del centro clinico, che oggi opera a pieno regime.
Questi interventi, seppur importanti, si rivelano meramente palliativi di fronte a un problema strutturale di tale portata.

Non è sufficiente curare i sintomi quando la malattia è insanabile.

La necessità di una chiusura e di un trasferimento dei detenuti altrove è un imperativo morale e una questione di sicurezza pubblica.
La struttura, spogliata della sua funzione penitenziaria, dovrebbe essere restituita alla collettività, trasformata in un luogo di memoria, un monumento che testimoni le criticità del sistema carcerario e che possa accogliere nuove destinazioni d’uso, funzionali al bene comune.
Questa decisione non è una novità; l’ho ribadita in precedenti occasioni.

Rappresenta una tappa fondamentale in un percorso più ampio di riforma del sistema penitenziario laziale, un percorso che mira a garantire condizioni di detenzione più umane, che favoriscano il reinserimento sociale e che rispetti i diritti fondamentali di ogni individuo, anche di coloro che hanno commesso errori.
L’abbattimento di questa barriera architettonica e ideologica è un passo verso un futuro in cui la giustizia non sia solo punizione, ma anche opportunità di cambiamento e di riscatto.

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