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domenica 16 Novembre 2025

Rimpatrio a Oristano: espulsi tre colombiani coinvolti in traffico droga

L’attività incessante della Polizia di Stato di Oristano si è concretizzata in un’azione di rimpatrio che ha visto l’espulsione di tre cittadini colombiani, precedentemente sottoposti a misure di controllo del territorio, gli arresti domiciliari.
Questa operazione, lungi dall’essere un episodio isolato, si inserisce in un contesto più ampio di contrasto alla criminalità transnazionale e alla gestione dei flussi migratori, che vede la Questura impegnata in un ruolo cruciale di coordinamento e applicazione delle normative vigenti.

I tre individui, originari della Colombia, erano stati arrestati in agosto dai Carabinieri, finendo sotto inchiesta per il loro presunto coinvolgimento in un’organizzazione criminale ramificata.
Quest’organizzazione, secondo le indagini, era dedita a una catena di attività illecite che comprendeva la coltivazione illecita di piante stupefacenti, la successiva produzione di sostanze stupefacenti e la loro distribuzione a livello territoriale.

L’operazione di contrasto, mirata a disarticolare la struttura criminale, aveva portato all’arresto di otto persone, evidenziando la complessità e l’organizzazione del gruppo.

Il rimpatrio è stato reso possibile dall’emissione di provvedimenti di espulsione da parte del Prefetto di Oristano, atti che hanno successivamente trovato esecuzione attraverso i decreti di accompagnamento coattivo alla frontiera, emanati dal Questore.
Questi provvedimenti amministrativi, fondati su presupposti di ordine pubblico e di sicurezza nazionale, rappresentano uno strumento fondamentale per garantire l’efficacia delle politiche migratorie e per tutelare la comunità.
Questa azione si colloca in una serie di interventi simili che l’Ufficio Immigrazione della Questura ha recentemente implementato, con il rimpatrio di detenuti stranieri considerati elementi di pericolo provenienti da Georgia, Gambia e Kosovo, liberati dal carcere di Massama.
Questi casi, diversamente dal rimpatrio dei colombiani, riguardavano soggetti già detenuti per reati commessi in Italia, sottolineando la complessità della gestione dei detenuti stranieri e la necessità di coordinare le attività di contrasto alla criminalità con le politiche di rimpatrio.

Parallelamente, l’Ufficio Immigrazione ha recentemente disposto l’accompagnamento al Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) di Macomer per quattro richiedenti asilo provenienti dalla Tunisia e dall’Egitto.

Questi individui, precedentemente ospitati in una Struttura di Accoglienza per Richiedenti Protezione Internazionale (CAS) a Cabras, sono stati indagati per vari reati commessi sia a Cabras che a Oristano.
La loro detenzione nel CPR, in attesa di un eventuale rimpatrio, è stata motivata dalla loro pericolosità sociale, evidenziando la necessità di bilanciare la tutela dei diritti umani con la garanzia della sicurezza pubblica e la prevenzione di ulteriori reati.
L’intero iter sottolinea come l’Ufficio Immigrazione operi in un contesto di crescente complessità, affrontando sfide operative e giuridiche derivanti dalla necessità di garantire l’applicazione delle leggi in materia di immigrazione, asilo e sicurezza.

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