Riso contaminato: allarme agrofarmaci, la fiducia dei consumatori a rischio.

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La recente ondata di allarmi relativi alla presenza di residui di agrofarmaci non approvati nell’Unione Europea in alcuni lotti di riso importato solleva interrogativi profondi e preoccupazioni diffuse tra consumatori, distributori e produttori.

L’ultimo provvedimento di richiamo ministeriale, giunto a sottolineare una tendenza allarmante, coinvolge un lotto di riso basmati che supera i limiti di legge per la presenza di pesticidi.

Il Sistema di Allerta Rapida per Alimenti e Mangimi (RASFF) documenta un’escalation preoccupante: nel primo semestre del 2025, si sono registrate ben 66 allerte legate al riso, una media superiore a un caso ogni tre giorni.
Questo dato si inserisce in un quadro ancora più grave, considerando che il 2024 aveva già visto un picco storico con 191 allerte.
La possibilità di un’ulteriore deterioramento della situazione nel corso dell’anno in corso non è da escludere.
L’origine geografica delle preoccupazioni converge in modo preponderante in Pakistan e India, due nazioni che, combinate, rappresentano l’82% del totale delle allerte rilevate.

Questa concentrazione geografica non è un mero dettaglio statistico, ma un indicatore di potenziali disallineamenti nelle pratiche agricole e nei sistemi di controllo fitosanitario.
Il dato attuale supera significativamente la percentuale record del 77% registrata nel 2024, evidenziando un’evoluzione negativa che richiede un’analisi accurata delle cause e delle possibili contromisure.
La situazione, come sottolinea Natalia Bobba, presidente dell’Ente Nazionale Risi, è divenuta “intollerabile”.
Il problema non si limita alla sicurezza alimentare, ma implica profonde implicazioni economiche e di equità commerciale.
L’assenza di reciprocità nelle normative e i controlli fitosanitari crea una distorsione del mercato, penalizzando severamente i produttori europei, che operano nel rispetto di standard rigorosi in materia di sicurezza alimentare, tutela ambientale e diritti dei lavoratori.

Questo fenomeno non può essere interpretato isolatamente.

Riflette una più ampia questione di globalizzazione del sistema alimentare, con catene di approvvigionamento sempre più complesse e difficili da monitorare.
La presenza di agrofarmaci non autorizzati non è solo una violazione delle normative europee, ma anche un potenziale rischio per la salute pubblica e l’ambiente.

È necessario un approccio multidisciplinare per affrontare questa sfida.

Ciò include il rafforzamento dei controlli alle frontiere, la promozione di accordi di reciprocità con i paesi esportatori, l’incentivazione di pratiche agricole sostenibili e la sensibilizzazione dei consumatori sull’importanza di scegliere prodotti tracciabili e certificati.

Inoltre, un dialogo costruttivo con i paesi produttori, basato sulla condivisione di conoscenze e tecnologie, potrebbe contribuire a migliorare gli standard di sicurezza alimentare a livello globale.
La trasparenza e la tracciabilità lungo l’intera filiera rappresentano strumenti cruciali per garantire la fiducia dei consumatori e la sostenibilità del settore risicolo.