venerdì 5 Dicembre 2025

Ritrovato dopo 40 anni: torna a Pavia un prezioso dipinto trafugato.

Quarant’anni di silenzio infranto.

Un capitolo doloroso della storia culturale pavese si chiude con la restituzione di un prezioso dipinto, trafugato nel 1985 dalla chiesa dei Santi Primo e Feliciano.
L’opera, un ritratto facente parte di una serie di otto raffigurazioni cardinalizie, era scomparsa insieme ad altre opere d’arte, lasciando un vuoto tangibile nel patrimonio artistico e spirituale della comunità.

La ritrovata è il risultato di un’indagine meticolosa condotta dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino, un’unità specializzata nella lotta al traffico illecito di opere d’arte.
Le indagini si sono concluse con la localizzazione del ritratto in un mercato antiquario torinese, un luogo che, purtroppo, funge da covo per il commercio illegale di beni culturali.

La cerimonia di riconsegna, avvenuta in presenza del vicario generale, mons.
Daniele Baldi, del direttore dell’ufficio beni culturali ed edilizia di culto della diocesi, don Giancarlo Sozzi, e del parroco, don Davide Rustioni, ha rappresentato un momento di profonda emozione e speranza.
Il ritorno del dipinto non è solo una restituzione materiale, ma un recupero di memoria collettiva, un tassello fondamentale per ricostruire la narrazione storica di Pavia.
La serie di ritratti cardinalizi, commissionata secoli fa, offriva una testimonianza visiva del potere ecclesiastico e della vita religiosa dell’epoca.
La sparizione di cinque opere, purtroppo, ha privato la comunità di un patrimonio inestimabile.
La speranza è che questo ritrovamento possa incentivare ulteriori indagini e portare alla localizzazione anche degli altri pezzi mancanti, permettendo alla chiesa dei Santi Primo e Feliciano di riacquistare la sua integrità artistica e il suo significato storico.

Mons.

Baldi ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni e forze dell’ordine nel contrasto al saccheggio del patrimonio culturale, evidenziando come la restituzione di quest’opera rappresenti un segnale positivo per la salvaguardia della memoria e dell’identità del territorio.
Il recupero non è solo un atto di giustizia verso la comunità pavese, ma anche un monito per il futuro, un invito a proteggere e valorizzare il nostro inestimabile patrimonio artistico e spirituale.
La vicenda sottolinea, inoltre, la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e di sensibilizzare il pubblico sull’importanza di segnalare qualsiasi sospetta attività illecita nel settore del commercio di opere d’arte.

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