Roma Capitale segna una ripresa occupazionale significativa nel 2024, superando i livelli pre-pandemici con 1.245.864 occupati, un incremento del 2% rispetto al 2019.
Questa dinamica positiva si riflette in un tasso di disoccupazione pari al 4,8%, notevolmente inferiore alla media regionale e nazionale che si attesta sopra la soglia del 6%.
Tuttavia, l’analisi più approfondita rivela un quadro complesso, caratterizzato da una ripresa quantitativa che non si traduce necessariamente in un miglioramento della qualità del lavoro.
A trainare questa ripresa, si evidenzia una partecipazione crescente nel mercato del lavoro da parte di donne e migranti, elementi che contribuiscono alla resilienza e alla capacità di recupero della città rispetto al resto del Lazio.
Un elemento di preoccupazione è rappresentato dall’aumento dei NEET (Not in Education, Employment, or Training), giovani tra i 15 e i 29 anni esclusi dai percorsi formativi e lavorativi.
Questo segmento della popolazione, già vulnerabile, ha visto un incremento preoccupante, con un aumento di oltre 13.000 unità, pari a un balzo del 31,4%.
Questo dato riflette una disconnessione tra le competenze offerte dal sistema educativo e le richieste del mercato del lavoro, con conseguenze sociali ed economiche di lungo periodo.
Inoltre, persiste un problema strutturale di iper-precarietà, denunciato dal segretario generale della CGIL di Roma e del Lazio, Natale Di Cola.
Un dato allarmante rivela che, negli ultimi tre anni, quasi la metà dei contratti stipulati a Roma ha avuto una durata di un solo giorno lavorativo.
Questa anomalia, superiore di quasi 40 punti percentuali rispetto alla media nazionale, evidenzia una diffusa pratica di contratti “a chiamata” e un utilizzo massiccio di forme contrattuali flessibili che offrono scarsa protezione e stabilità ai lavoratori.
La precarietà diffusa non solo incide negativamente sul reddito e sulla qualità della vita dei lavoratori, ma compromette anche la crescita economica della città, limitando gli investimenti in capitale umano e alimentando un circolo vizioso di instabilità e insicurezza.
Nonostante le difficoltà imposte da un quadro normativo nazionale non sempre favorevole ai diritti dei lavoratori, Di Cola sottolinea la necessità di un intervento proattivo da parte del Comune di Roma per promuovere un’occupazione stabile, sicura, tutelata e dignitosa.
L’attenzione dovrebbe essere focalizzata sulle condizioni di lavoro negli appalti dell’amministrazione comunale e nelle società partecipate, attraverso una revisione dei bandi e dei contratti, privilegiando forme contrattuali che garantiscano diritti e protezioni adeguate.
In quest’ottica, si rende cruciale proseguire con l’iniziativa sul Giubileo del Lavoro, con l’obiettivo di formalizzare e attuare il Patto per il Lavoro e lo Sviluppo Sostenibile di Roma Capitale.
Questo accordo, se correttamente implementato, potrebbe rappresentare uno strumento efficace per affrontare le sfide attuali e costruire un futuro più equo e prospero per tutti i cittadini romani, promuovendo un modello di sviluppo economico che coniughi crescita, inclusione sociale e rispetto dei diritti del lavoro.
La sfida è trasformare la ripresa quantitativa in un reale miglioramento della qualità della vita lavorativa, contrastando la precarietà e offrendo opportunità concrete di crescita professionale e personale per tutti.