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sabato 15 Novembre 2025

Rosario Bruno a Gibellina: apre Frammenti, un omaggio alla rinascita.

Alle ore 16:30 di oggi, l’ex chiesa di Santa Caterina, situata nel cuore di Gibellina Vecchia, nel trapanese, apre le sue porte a “Frammenti”, la mostra monografica dedicata a Rosario Bruno.

L’evento, in prossimità del celebre Cretto di Burri, segna un’occasione significativa per ripercorrere il percorso di un artista che, fin dagli albori della ricostruzione post-terremoto del 1968, ha risposto all’invito del sindaco Ludovico Corrao a partecipare attivamente alla rinascita culturale del territorio.

L’iniziativa di Corrao, lungimirante e radicale, prevedeva l’intervento di intellettuali e artisti provenienti da ogni angolo d’Italia, con l’obiettivo di plasmare la nuova Gibellina non solo attraverso la ricostruzione architettonica, ma soprattutto attraverso un’opera di rigenerazione spirituale e identitaria.
In questo contesto vibrante e di profonda trasformazione, Rosario Bruno ha concepito i suoi cartoni policromi, opere che incarnano una commistione complessa tra maestria tecnica e profonda riflessione filosofica.
La loro creazione emerge da un’urgenza fisica, da un’esigenza impellente di dare forma alla materia, che si concretizza in una stratificazione di frammenti, un’architettura di segni e colori.
La precisione e la cura nel dettaglio che contraddistinguono il lavoro di Bruno evocano l’abilità di un sarto, un artigiano che lavora con la tessitura e l’assemblaggio per dare vita a qualcosa di nuovo.
Ogni frammento è ponderato, posizionato con esattezza, contribuendo a creare un’immagine complessa e significativa.

La curatrice Sandra Tornetta sottolinea l’importanza di accostare le opere di Bruno al Cretto di Burri, rivelando un filo conduttore che le lega indissolubilmente.
Questa giustapposizione apre a una riflessione più ampia, un’esplorazione del rapporto tra il particolare e il generale, tra il frammento e l’intero.
Il frammento, in questo contesto, non è un mero residuo, un pezzo mancante, ma un microcosmo in grado di decifrare il macrocosmo, di interpretare l’essenza del tutto.
Come nel Cretto di Burri, dove l’opera si manifesta attraverso un processo di sottrazione, di rimozione, così anche nell’opera di Bruno la cicatrice, la ferita, la frattura emergono come espressioni primarie del sentire, come elementi costitutivi dell’esperienza umana.
Il linguaggio dell’arte, in entrambi i casi, si fa portavoce di una memoria complessa, di un dolore sedimentato, di una speranza che rinasce dalle macerie.

L’inaugurazione di “Frammenti” si configura quindi come un omaggio al passato, un’occasione per riflettere sul presente e un invito a costruire un futuro fondato sulla resilienza e sulla creatività.

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