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San Vittore: Ripartire dalla Dignità, Riconcepire la Pena.

L’imminente necessità di ripensare il ruolo e la struttura delle carceri, tema che ha visto emergere voci discordanti, si è riacutizzata con l’incendio di sabato scorso a San Vittore, un evento che ha paradossalmente illuminato la precarietà delle condizioni di detenzione e la fragilità dell’infrastruttura stessa.
Il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha espresso apertamente la sua convinzione che San Vittore, nella sua configurazione attuale, non possa rappresentare un modello per il futuro del sistema penitenziario.
La sua posizione, pur suscitando dibattito, si fonda su una riflessione più ampia che va oltre la mera convenienza geografica – la facilità di accesso per i professionisti legali, elemento che ne ha storicamente favorito la permanenza – per focalizzarsi sulla profonda inadeguatezza delle condizioni di vita offerte ai detenuti.
La questione, lungi dall’essere un mero problema di comfort, si radica in un diritto umano fondamentale: la dignità.
La prospettiva del Sindaco Sala suggerisce un’operazione di radicale riprogettazione, un vero e proprio de-stocking fisico e concettuale.

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L’auspicio è quello di non limitarsi a un trasferimento di detenuti, ma di realizzare una trasformazione del sito stesso, riconvertendolo in uno spazio dedicato al benessere collettivo, un parco urbano che possa restituire alla comunità milanese un’area preziosa, attualmente soffocata da una struttura obsoleta e inadatta.

L’emergenza dell’incendio ha reso palpabile il rischio di una tragedia ancora più grave, evidenziando la necessità urgente di affrontare questa problematica strutturale.
La gestione dei trasferimenti, sebbene complessa e richiesta di un impegno straordinario da parte delle istituzioni penitenziarie, testimonia la capacità di risposta del sistema, ma non può mascherare la necessità di un cambiamento profondo.
La riorganizzazione logistica e la successiva data di rientro dei detenuti a San Vittore sono attualmente oggetto di valutazione, ma la riflessione che ne consegue deve andare oltre la mera gestione dell’emergenza.

È necessario avviare un processo di riconcepimento del ruolo della pena e delle sue modalità di esecuzione, ponendo al centro non solo la sicurezza sociale, ma anche la riabilitazione, la reintegrazione e, soprattutto, il rispetto della dignità umana.

La riconversione di San Vittore in uno spazio verde rappresenta un’occasione per affermare un nuovo paradigma penitenziario, un modello orientato alla prevenzione, alla riabilitazione e alla coesione sociale.

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