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domenica 16 Novembre 2025

Sanatoria 2003: una svolta per le famiglie campane

La recente presentazione dell’emendamento volto a riaprire i termini per l’applicazione della sanatoria del 2003 rappresenta un atto di riparazione tardiva, ma auspicabile, per una questione di profonda ingiustizia che ha gravato per decenni sulle spalle di innumerevoli famiglie campane.

Si tratta di persone che, spinto dalla necessità primaria di un tetto, hanno costruito le proprie abitazioni, non come frutto di comportamenti abusivi, bensì per rispondere a un’imperiosa esigenza abitativa.

Desidero esprimere la mia gratitudine ai parlamentari campani di centrodestra che hanno perseverato in questa battaglia per la correzione di una disparità legislativa che ha creato una frattura inaccettabile tra i cittadini campani e i loro concittadini di altre regioni.
Se il nostro progetto politico dovesse ottenere il consenso degli elettori, la Campania sarà la regione pioniera nell’attuazione di questa riforma.
È doveroso ricordare che la Campania è stata l’unica regione a non aver implementato la sanatoria del 2003, a causa di una scelta deliberata della giunta regionale di centrosinistra dell’epoca.
Questa omissione ha penalizzato un numero significativo di famiglie che si erano attivamente autodenunciate, versando regolarmente le imposte dovute.
Queste famiglie, che abbiamo costantemente sostenuto, si trovano oggi ad affrontare la minaccia concreta di demolizioni, non per comportamenti illeciti, ma a causa di un errore amministrativo imputabile alla precedente amministrazione regionale di centrosinistra.

Ironia della sorte, lo stesso schieramento politico che ha contribuito a creare questa situazione, sembra ora incline a perseguire con severità chi ha costruito per necessità, mentre, contemporaneamente, protegge chi occupa illegalmente immobili.
L’emendamento introdotto nell’attuale manovra legislativa non si limita a una mera riapertura dei termini, ma introduce strumenti innovativi per la riqualificazione urbanistica e ambientale, con l’obiettivo di fornire una definizione chiara e definitiva della posizione degli immobili potenzialmente regolarizzabili.
È fondamentale sottolineare che questa regolarizzazione non si applicherà alle costruzioni ubicate in aree a rischio, come zone rosse, o a quelle realizzate a fini speculativi.

L’attuazione concreta di questa normativa spetterà alle singole regioni, che avranno un termine di 60 giorni per il recepimento.
Con il mio governo, la Campania si impegna a essere in prima linea in questo processo, senza ulteriori indugi.

È imperativo porre fine a questa pagina di ingiustizia e restituire certezza giuridica a migliaia di famiglie che aspirano semplicemente a ciò che è già riconosciuto come diritto nel resto del Paese.
Questo non è un atto di clemenza verso il comportamento illegale, bensì una correzione di un errore sistemico che ha generato sofferenza e incertezza.
Si tratta di un passo avanti verso una maggiore equità e giustizia sociale, che riconosce il diritto alla casa come un bisogno primario e inalienabile.
La priorità è quella di garantire la legalità, ma anche di dimostrare sensibilità e comprensione verso chi ha agito in buona fede, spinto dalla necessità di proteggere la propria famiglia.

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