La situazione della sanità umbra, dopo un anno di amministrazione regionale guidata dalla Presidente Stefania Proietti, si presenta caratterizzata da un deterioramento significativo, con un’impennata delle liste d’attesa che, stando a quanto denunciato dai consiglieri regionali dell’opposizione, ha quasi raddoppiato i tempi di attesa rispetto al precedente governo.
Questa escalation contrasta nettamente con le promesse elettorali di azzeramento delle liste, una promessa che oggi si rivela una distanza abissale dalla realtà concreta.
I dati, ottenuti dopo un lungo e faticoso percorso di accesso agli atti, che ha richiesto sollecitazioni ripetute e un’attesa prolungata, non solo confermano l’aggravarsi della situazione, ma sollevano interrogativi sulle modalità di gestione delle informazioni e sul rispetto delle istituzioni.
La diffusione preventiva dei dati alla stampa, prima che venissero comunicati alle forze di opposizione, evidenzia una gestione poco trasparente e una mancanza di dialogo che mina la fiducia dei cittadini.
L’amministrazione regionale, per far fronte all’emergenza, ha fatto ricorso all’acquisto di prestazioni da privati, una scelta che, in precedenza, era stata stigmatizzata come un male assoluto.
Questo cambio di rotta, paradossalmente, rivela la fragilità del sistema sanitario pubblico e l’incapacità di garantire un’assistenza adeguata attraverso le sole risorse pubbliche.
Il ricorso al privato, dunque, si configura come un palliativo, una risposta emergenziale che non risolve le cause profonde del problema.
Le cifre ufficiali, che parlano di circa 68 mila prestazioni in attesa contro le 44 mila registrate a settembre 2023, non rendono pienamente conto della reale sofferenza dei cittadini.
In molti casi, le persone rinunciano a inserirsi nelle liste d’attesa, scoraggiate dai tempi di attesa proibitivi, o vengono indirizzate a strutture distanti dalla propria residenza, costringendole a rivolgersi al settore privato a proprie spese.
Questo scenario genera un profondo senso di frustrazione e alimenta la percezione di un sistema sanitario inefficiente e incapace di rispondere ai bisogni della popolazione.
L’aumento della pressione fiscale imposto dalla giunta Proietti, presentato come un investimento per migliorare la sanità pubblica, si traduce oggi in un aggravio economico per i cittadini, che si trovano a pagare di più, ad aspettare di più e, in molti casi, a dover ricorrere alle proprie risorse per ricevere cure adeguate.
Questo quadro complessivo non solo mina la fiducia nel sistema sanitario regionale, ma solleva interrogativi sulla sostenibilità del modello di governance adottato.
Il dato cruciale è che il sistema pubblico, in questo momento, non è in grado di fornire risposte adeguate, e l’incapacità di riconoscere questo problema e di proporre soluzioni alternative, costituisce la più grave criticità dell’attuale amministrazione.
È necessario un cambio di paradigma, che valorizzi la collaborazione tra pubblico e privato, promuova l’innovazione tecnologica e metta al centro il benessere del cittadino.
La sanità umbra è un bene prezioso, e merita un’attenzione e una gestione che ne garantiscano la sopravvivenza e il miglioramento continuo.







