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giovedì 13 Novembre 2025

Scampia, inseguimento e fuga: due adolescenti tra marginalità e microcriminalità

Nella complessa trama urbana di Scampia, un episodio che ha coinvolto due adolescenti ha interrotto la quiete di una serata, sollevando interrogativi sulla marginalità giovanile e le dinamiche di controllo del territorio.

Una pattuglia della sezione radiomobile, impegnata in un regolare servizio di controllo del territorio lungo via Ciccotti, ha notato un scooter 125cc, immediatamente identificabile come privo di targa, elemento che ne rivelava la natura illegale.
La decisione di intimare l’alt al veicolo è stata accolta con una brusca opposizione.
L’inseguimento che ne è seguito, un balletto frenetico tra le strette vie del quartiere, ha visto i due ragazzi, entrambi poco più che quattordicenni, compiere manovre rischiose, spingendo la velocità ben oltre i limiti di sicurezza.
Uno dei due, il passeggero, non indossava il casco, aggravando ulteriormente la pericolosità della situazione.
In un impeto di reazione, probabilmente dettato dalla paura di essere scoperti e dalle conseguenze legali che ne sarebbero derivate, il giovane si è lanciato dallo scooter in corsa, rischiando in modo evidente la propria incolumità fisica.

L’inaspettata mossa ha disorientato per un istante i carabinieri, ma non ha impedito loro di proseguire l’inseguimento, culminato con la fermata del conducente a poche centinaia di metri dal punto in cui si era verificato l’abbandono.

L’intervento dei carabinieri ha portato alla denuncia dei due ragazzi per resistenza a pubblico ufficiale, un atto che sottolinea la crescente difficoltà nel gestire la microcriminalità giovanile in contesti sociali marginali.
Lo scooter, privo di autorizzazioni e quindi suscettibile di essere utilizzato per attività illecite, è stato sequestrato, un provvedimento che mira a sottrarlo alla circolazione e a scoraggiare l’uso di veicoli non conformi.
Al di là della semplice ricostruzione dell’evento, l’episodio solleva questioni complesse.
La fuga precipitosa, il lancio improvviso, l’uso di un veicolo non targato, sono tutti sintomi di un disagio più profondo, di una mancanza di prospettive che spinge i giovani a ricercare soluzioni rapide e spesso pericolose.
L’affidamento dei due ragazzi ai rispettivi genitori rappresenta un’opportunità, seppur tardiva, per un intervento educativo volto a indirizzarli verso percorsi più costruttivi e a offrire loro un futuro diverso, lontano dalla marginalità e dalla microcriminalità che li hanno finora coinvolti.
La vicenda, pur nella sua brevità, si configura come un campanello d’allarme, invitando a una riflessione più ampia sulle condizioni socio-economiche che generano tali comportamenti e sulla necessità di implementare politiche di prevenzione e di inclusione sociale, in grado di offrire ai giovani opportunità concrete di crescita e di sviluppo personale.

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