Cagliari si mobilita: uno sciopero che parla di Sardegna e di futuroDomani, un segnale forte e unitario si alzerà da Cagliari: una manifestazione regionale indetta dalla CGIL, in concomitanza con lo sciopero generale nazionale, che vuole dare voce alle profonde disuguaglianze che affliggono la Sardegna e che la manovra finanziaria del governo Meloni, a detta del sindacato, non affronta con la dovuta determinazione.
L’appuntamento è fissato per le 10:00 in piazza del Carmine, un luogo simbolo di aggregazione sociale, dove i lavoratori, le attiviste e gli attivisti di tutta l’isola si riuniranno per esprimere il proprio dissenso e rivendicare un cambiamento radicale.
Il programma prevede interventi di spicco: dopo l’apertura del Segretario regionale della CGIL Sardegna, Fausto Durante, prenderanno la parola delegati e delegati provenienti da ogni angolo dell’Isola, testimoni diretti delle difficoltà e delle sofferenze che si vivono quotidianamente.
A concludere gli interventi, la Segretaria nazionale Daniela Barbaresi, portavoce delle istanze dei lavoratori a livello nazionale.
Lo sciopero non è una protesta sterile, ma una piattaforma di proposte concrete.
La CGIL denuncia un quadro economico e sociale che in Sardegna si fa ancora più drammatico, con dati che dipingono una realtà complessa e preoccupante.
La questione salariale è una ferita aperta: i redditi stagnanti, le pensioni insufficienti, la precarietà dilagante, alimentano un senso di frustrazione e di incertezza nel futuro.
La manovra finanziaria, lungi dal fornire risposte adeguate, rischia di aggravare ulteriormente la situazione, penalizzando le fasce più vulnerabili della popolazione.
Le richieste sono chiare: un intervento governativo che metta al centro il lavoro e la giustizia sociale.
È necessaria una riforma fiscale equa e progressiva, che redistribuisca la ricchezza e riduca le disuguaglianze.
È indispensabile uno stop all’innalzamento dell’età pensionabile, un provvedimento che penalizza soprattutto i lavoratori precari e con carriere discontinue.
Sono cruciali politiche attive per il lavoro, che favoriscano l’occupazione giovanile e contrastino la precarietà.
È fondamentale un piano industriale ambizioso, che rilanci i settori produttivi e crei nuove opportunità di sviluppo sostenibile.
Il contesto regionale presenta criticità particolarmente accentuate.
I dati BES Istat del 2024 evidenziano un rischio di povertà significativamente superiore alla media nazionale, con quasi un quarto della popolazione a rischio.
Il reddito disponibile pro capite è inferiore rispetto alla media nazionale, e un numero crescente di famiglie fatica ad arrivare a fine mese.
La situazione dei giovani è drammatica: il tasso di occupazione è tra i più bassi d’Italia, e la precarietà è una costante nella loro vita.
Anche le pensioni sono al di sotto della media nazionale, con la maggior parte dei pensionati che percepisce un importo insufficiente per vivere dignitosamente.
Conseguentemente, una percentuale elevatissima di sardi rinuncia alle cure mediche necessarie, un campanello d’allarme che segnala una crisi profonda nel sistema di welfare.
La manifestazione di domani non è solo uno sciopero, ma un atto di responsabilità civile, un appello alla mobilitazione e alla consapevolezza, un grido di speranza per una Sardegna più giusta, equa e prospera.
Un futuro in cui il lavoro sia dignitoso, le pensioni adeguate, le opportunità accessibili a tutti, e in cui ogni cittadino possa vivere con dignità e serenità.






