Sciopero e presidio all’Esselunga: cassiera aggredita, lavoratori in protesta

Questa mattina, l’Esselunga di via di Novoli a Firenze è stato teatro di uno sciopero e di un significativo presidio, organizzato a seguito di un grave episodio accaduto sabato scorso.

Un’aggressione ai danni di una cassiera, trentenne residente in Italia, ha scosso la comunità lavorativa e ha sollevato nuove e urgenti questioni sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Secondo quanto ricostruito, la donna, uscendo dai servizi igienici, sarebbe stata violentemente spinta all’interno da un uomo che, con intento ancora in fase di accertamento, ha tentato di aggredirla.
Il tempestivo intervento di altri clienti, allertati dalle grida della vittima, ha impedito il compimento dell’aggressione, costringendo l’aggressore a fuggire.

La cassiera, profondamente scossa, ha immediatamente sporto denuncia alle autorità competenti ed è stata sottoposta a visita medica al pronto soccorso.
La Filcams CGIL, sindacato di categoria, ha immediatamente denunciato l’episodio, sottolineando come questo rappresenti il culmine di una spirale di violenza che affligge i dipendenti del punto vendita da anni.
Le segnalazioni, ripetute nel tempo a fronte di un’evidente inazione, hanno portato a questo drammatico episodio che, secondo la stessa Filcams, configura un tentativo di violenza sessuale.

La protesta dei lavoratori non è solo una reazione all’ultimo evento, ma una presa di posizione netta contro una situazione di precarietà che mette a rischio l’incolumità dei dipendenti.

La responsabilità della sicurezza, come sancito dalla legge, ricade sull’azienda, che si è dimostrata inadeguata a garantire un ambiente di lavoro sicuro e protetto.

Il sindacato evidenzia come, nonostante le reiterate sollecitazioni, non siano stati implementati interventi concreti e significativi per migliorare la sicurezza.
Si richiede un cambio di passo radicale, che vada oltre la mera formalità di protocolli e procedure, e che coinvolga un’analisi approfondita delle dinamiche che rendono il punto vendita vulnerabile.
La vicenda pone interrogativi cruciali sulla gestione della sicurezza privata, sull’efficacia dei sistemi di videosorveglianza e sulla formazione del personale in materia di prevenzione e gestione delle emergenze.

Oltre alla richiesta di una maggiore protezione fisica, si fa presente l’importanza di promuovere una cultura aziendale basata sul rispetto e sulla sensibilizzazione, in grado di contrastare ogni forma di violenza e molestia.
È necessario un tavolo di confronto urgente tra azienda, sindacati e istituzioni, per definire un piano d’azione condiviso e vincolante, che garantisca un futuro più sicuro per tutti i lavoratori dell’Esselunga e, per estensione, per tutti i dipendenti del settore commercio.

L’incapacità di fornire risposte adeguate non solo danneggia l’immagine dell’azienda, ma compromette profondamente il diritto fondamentale alla sicurezza sul lavoro.

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