L’evoluzione del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) negli ultimi anni rivela dinamiche complesse e preoccupanti, che sfidano i principi fondamentali di universalità, equità e accessibilità.
Un’analisi approfondita, come quella recentemente pubblicata da Gimbe, evidenzia una progressiva ridefinizione del ruolo del privato convenzionato e una crescente incidenza della spesa diretta a carico dei cittadini, con implicazioni potenzialmente gravi per la tenuta del welfare.
Bolzano e Trentino, pur rappresentando contesti regionali distinti, offrono un’istantanea significativa di questa tendenza.
In Trentino, la percentuale di spesa pubblica destinata alla sanità privata convenzionata si attesta al 12,8%, un dato che, pur non essendo eccezionale a livello nazionale, segnala una presenza rilevante del privato all’interno del sistema.
Bolzano, con il suo 9,9%, mostra una minore incidenza, ma la tendenza generale è chiara: il peso del privato nel finanziamento e nell’erogazione dei servizi sanitari sta aumentando in diverse aree del Paese.
A livello nazionale, la fotografia del 2024 dipinge un quadro ancora più allarmante.
La spesa sanitaria diretta, ovvero quella sostenuta dai cittadini, si attesta a 41,3 miliardi di euro, corrispondenti al 22,3% della spesa totale.
Questo dato, costantemente superiore alla soglia del 15% raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), solleva serie interrogativi sulla sostenibilità del modello attuale e sull’effettiva capacità del SSN di garantire un accesso equo alle cure per tutti i cittadini.
La crescita della spesa “out-of-pocket” – da 32,4 miliardi nel 2012 a 41,3 miliardi nel 2024 – non è semplicemente un riflesso di una maggiore consapevolezza dei bisogni sanitari, ma piuttosto un sintomo dell’erosione delle tutele pubbliche.
L’aumento della spesa diretta, unito all’incremento delle rinunce alle prestazioni sanitarie (da 4,1 a 5,8 milioni di persone tra il 2022 e il 2024), suggerisce che un numero crescente di cittadini si trova di fronte a scelte impensabili: rinunciare alle cure necessarie per motivi economici.
L’emergere di un sistema sanitario di fatto “misto” – con quasi un quarto della spesa totale a carico delle famiglie – è avvenuto in maniera silente, senza una chiara pianificazione o una dichiarazione politica esplicita.
Questa deriva, alimentata dalla crescente complessità dell’offerta sanitaria e dalla pressione finanziaria sul SSN, rischia di creare un sistema a due velocità, in cui l’accesso alle cure migliori è determinato dalla capacità economica del cittadino, piuttosto che dal suo bisogno clinico.
È cruciale che questa tendenza sia riconosciuta e affrontata con urgenza.
Non si tratta di demonizzare il ruolo del privato, ma di ridefinire il suo posizionamento all’interno del sistema, garantendo che operi in modo complementare e non sostitutivo rispetto alla sanità pubblica.
Un ripensamento strategico, basato su un rafforzamento delle tutele pubbliche, una maggiore trasparenza nella gestione delle risorse e un controllo più rigoroso dell’attività del privato, è essenziale per preservare l’integrità del Sistema Sanitario Nazionale e garantire che rimanga un diritto fondamentale per tutti i cittadini italiani.







