La persistenza di dinamiche violente e persecutorie, alimentate da un percorso di comportamenti già segnalati alle autorità, ha portato all’arresto di un uomo a Oristano, accusato di stalking nei confronti della sua nuova compagna.
La vicenda, profondamente radicata in un contesto di fragilità relazionale e recidiva delinquenziale, emerge da una complessa stratificazione di eventi e decisioni che riflettono le difficoltà incontrate dalla vittima nel denunciare sistematicamente l’incalzare del persecutore.
L’uomo, gravato da un ordine restrittivo per maltrattamenti domestici e un precedente avvertimento del questore per stalking nei confronti di un’ex relazione, ha riproposto schemi comportamentali pregressi, manifestando un’ossessiva insistenza che ha generato terrore nella donna.
La segnalazione giunta al 113, frutto di un momento di acuto allarme, ha innescato l’intervento immediato delle Volanti, le quali hanno trovato la vittima visibilmente provata, in stato di profondo sconforto.
La decisione della donna di non formalizzare immediatamente una denuncia, nonostante l’evidente stato emotivo compromesso, solleva interrogativi cruciali sulla complessità del percorso di empowerment delle vittime di stalking, e sulle barriere psicologiche ed emotive che spesso ostacolano la rottura del ciclo di violenza.
Questo comportamento, pur comprensibile alla luce del trauma subito, ha rappresentato una sfida per le forze dell’ordine, che hanno comunque proseguito nelle indagini, consapevoli della gravità della situazione.
L’attività di ricerca, condotta con determinazione dalla Squadra Mobile, ha portato all’individuazione dell’uomo in una struttura ricettiva del territorio.
La sua arrestazione è stata resa possibile dall’analisi dei messaggi minacciosi, di inequivocabile contenuto persecutorio, inviati tramite applicazioni di messaggistica istantanea nelle ore precedenti.
La natura insistente e intimidatoria di tali comunicazioni, unitamente ai precedenti del soggetto, ha fornito elementi sufficienti per disporre la detenzione cautelare.
Attualmente, l’uomo si trova recluso nel carcere di Massama, in attesa del processo.
Il caso evidenzia l’importanza di un approccio multidisciplinare nella gestione di situazioni di stalking, che coinvolga non solo le forze dell’ordine, ma anche operatori sociali, psicologi e avvocati specializzati, al fine di offrire un supporto adeguato alle vittime e di prevenire la recidiva dei comportamenti violenti.
La vicenda pone, inoltre, l’urgenza di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità dello stalking e di promuovere una cultura del rispetto e della non-violenza nelle relazioni interpersonali.






