L’approvazione della delibera comunale che introduce l’addizionale sui passeggeri, rinominata “tassa sui passeggeri delle navi”, segna un capitolo controverso per il porto di Genova e per l’amministrazione Salis.
La misura, votata favorevolmente dalla maggioranza e osteggiata dall’opposizione, prevede un contributo di 3 euro per ciascun passeggero in transito su traghetti e navi da crociera, destinato a generare entrate stimate in 3,5 milioni nel 2026 e 5,7 milioni l’anno successivo.
La decisione, tuttavia, non mancano di suscitare forti reazioni.
Armatori, compagnie di navigazione e l’autorità portuale si sono espressi apertamente contro l’imposizione, sollevando preoccupazioni sull’impatto sulla competitività del porto genovese e sulla sua capacità di attrarre traffici.
L’opposizione consiliare, dal canto suo, ha criticato il metodo con cui la delibera è stata approvata, lamentando la mancanza di consultazione con gli operatori del settore e contestando la narrazione della maggioranza.
La Sindaca Salis, nel difendere la decisione, ha richiamato un accordo precedente, risalente al 2022, stipulato con il governo dall’allora Sindaco Bucci.
Secondo la Sindaca, l’introduzione di questa addizionale, unitamente all’aumento dell’IRPEF, era una condizione necessaria per ottenere un contributo statale di 25 milioni di euro all’anno per la città.
La Sindaca ha inoltre sottolineato la necessità di sostenere le spese legate alla gestione delle infrastrutture portuali, della sicurezza e del decoro urbano, spese che gravano significativamente su una città esposta a un intenso traffico turistico.
Le voci dissenzienti nell’aula consiliare si sono concentrate su diversi aspetti.
Pietro Piciocchi (Vince Genova) ha denunciato la mancanza di ascolto degli operatori, mentre Nicholas Gandolfo (Fdi) ha criticato la tendenza dell’amministrazione a privilegiare l’introduzione di nuove tasse.
Mario Mascia (Forza Italia) ha suggerito la ricerca di fonti di finanziamento alternative, mentre Sergio Gambino (gruppo misto) ha espresso una visione sarcastica, definendo la tassa come una misura che colpisce “i foresti”.
Paola Bordilli (Lega) ha evidenziato l’iniquità della misura, che impone il tributo a tutti i passeggeri, ad eccezione dei residenti genovesi.
Lorenzo Pellerano (Noi Moderati) ha condiviso le preoccupazioni dell’autorità portuale, temendo ripercussioni sulle compagnie che attualmente generano occupazione qualificata nel porto.
Martina Caputo (Pd), in replica, ha difeso l’imposizione, sostenendo che le compagnie di crociera realizzano profitti ingenti e che l’importo richiesto a Genova è inferiore a quello applicato in altri porti europei come Barcellona o nelle isole greche.
Marialuisa Centofanti (Riformiamo Genova – Azione) ha concluso il dibattito sottolineando che l’introduzione di una tassa, per quanto coraggiosa, è giustificata solo in assenza di alternative per garantire i servizi essenziali alla comunità.
La questione, lungi dall’essere risolta, apre un dibattito più ampio sulla sostenibilità economica del porto di Genova e sulle strategie per bilanciare le esigenze di sviluppo e la tutela del territorio.






