- pubblicità -

Tempesta sulla PAC: le Marche a rischio con 150 milioni persi

- PUBBLICITA -

La sponda economica dell’agricoltura marchigiana si trova a fronteggiare una tempesta finanziaria di proporzioni significative, stimata in oltre 150 milioni di euro persi annualmente.
Questa cifra, tutt’altro che marginale, è una diretta conseguenza delle riforme proposte dalla Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen, che mirano a rimodellare il panorama delle politiche agricole comunitarie.
L’integrazione della Politica Agricola Comune (PAC) in un unico fondo europeo, unitamente a una contrazione del 25% delle risorse destinate al settore, sta generando una profonda inquietudine tra gli operatori agricoli del territorio.

L’impatto di queste modifiche non si limita a una mera riduzione di sussidi.
Si preannuncia una ripercussione più ampia, che potrebbe intaccare la sostenibilità di molte aziende agricole, con conseguenze sulla produzione, sull’occupazione e sulla stessa identità del paesaggio rurale marchigiano.
La PAC, finora pilastro fondamentale per la stabilità del settore, viene ridimensionata, creando un vuoto che rischia di essere colmato a fatica.

La protesta dei trattori che anima le vie di Bruxelles, a cui partecipano attivamente anche figure istituzionali come il Vice Presidente della Regione Marche, Enrico Rossi, Assessore all’Agricoltura, rappresenta un chiaro segnale di allarme.

Non si tratta di una ribellione sterile, ma di un appello urgente a rivedere le scelte europee, a tenere conto delle specificità territoriali e delle esigenze dei produttori.
La crisi attuale solleva interrogativi cruciali sul futuro dell’agricoltura europea.

La visione di una PAC integrata in un fondo comune, pur perseguendo obiettivi di semplificazione e razionalizzazione delle risorse, rischia di penalizzare le regioni periferiche e quelle con modelli agricoli diversificati, come le Marche, dove la produzione di alta qualità, spesso legata a denominazioni di origine protetta, è un elemento chiave dell’economia locale.

La contrazione delle risorse PAC non deve essere interpretata solo come una diminuzione di finanziamenti, ma come una sfida a ripensare l’agricoltura del futuro.
È necessario promuovere un modello più sostenibile, che valorizzi la biodiversità, riduca l’impatto ambientale e garantisca la competitività delle aziende agricole.
Ciò implica investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo, nonché un maggiore sostegno alla commercializzazione dei prodotti locali.
Inoltre, è fondamentale che la voce degli agricoltori marchigiani sia ascoltata a livello europeo, affinché le politiche comunitarie tengano conto delle peculiarità del territorio e delle esigenze dei produttori.
La protesta dei trattori è un monito: l’agricoltura non è solo un settore economico, ma un patrimonio culturale e ambientale da proteggere e valorizzare.
La sua sopravvivenza dipende dalla capacità di adattarsi ai cambiamenti, ma anche dalla volontà politica di sostenerla e difenderla.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap