La vicenda che vede coinvolta la compagna di Andrea Costantini, il 38enne deceduto nel tragico ritrovamento all’interno di una cella frigorifera di un supermercato a Termoli, è complessa e merita un’indagine approfondita.
La mia assistita, ribadisco, non è indagata e ha sin dall’inizio collaborato pienamente con le autorità, fornendo un quadro preciso delle dinamiche familiari che hanno preceduto l’evento.
Contrariamente a quanto potrebbe suggerire una lettura superficiale, la separazione o problemi di natura sentimentale non sono stati elementi centrali nel conflitto preesistente.
La questione cardine, e fonte di crescente tensione, ruota attorno a un investimento immobiliare compiuto dal signor Costantini: l’acquisto di un terreno in contrada Ponticelli, alle porte di Termoli.
Questo appezzamento, situato in un’area in espansione verso San Giacomo degli Schiavoni, rappresentava, almeno inizialmente, un progetto condiviso e un simbolo di futuro per la coppia e per il figlio.
Andrea aveva espresso il desiderio di realizzare una piccola costruzione, un luogo accogliente dove celebrare i compleanni e trascorrere momenti di gioia familiare.
Tuttavia, a distanza di pochi mesi dall’acquisto, si è verificato un cambiamento improvviso di rotta: Costantini ha manifestato l’intenzione di vendere il terreno.
Questa decisione inattesa ha generato un contrasto significativo all’interno della coppia, non tanto per ragioni economiche, quanto per la profonda discrepanza di visione che essa ha rappresentato.
La mia assistita, come testimoniato, ha espresso la preoccupazione di non voler svendere un bene con un potenziale di crescita, ma la divergenza era più profonda: rifletteva una frattura nel progetto di vita che la coppia aveva condiviso.
Le dichiarazioni della madre di Andrea, che fanno riferimento a un desiderio di rientro in famiglia, appaiono in contrasto con questo quadro complessivo.
L’acquisto del terreno, l’urgenza di venderlo, suggeriscono invece una volontà di Costantini di costruire un proprio futuro a Termoli, lontano dalle dinamiche familiari di origine, un futuro che comprendesse la compagna e il figlio.
La procura di Larino ha giustamente disposto la riesumazione del corpo e l’indagine è orientata a chiarire se si tratti di un suicidio o di un omicidio.
In quest’ottica, la perizia calligrafica e l’analisi di eventuali comunicazioni scritte potrebbero fornire elementi utili per ricostruire la dinamica dei fatti.
La mia assistita, come la famiglia di Costantini, auspica che la verità venga alla luce e che si faccia piena luce sulla tragica vicenda, al fine di dissipare ogni dubbio e ristabilire la verità dei fatti.
L’indagine dovrà necessariamente valutare tutte le ipotesi e considerare il terreno non solo come un bene immobiliare, ma come un simbolo dei contrasti e delle speranze che hanno attraversato la vita di Andrea Costantini.






