La recente vicenda che ha visto un imprenditore rilasciato in libertà vigilata dopo l’arresto per il rogo illegale di scarti tessili, solleva interrogativi cruciali sull’efficacia complessiva della legislazione ambientale e sulla responsabilità condivisa necessaria per contrastare il fenomeno della criminalità che devasta il territorio, in particolare nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”.
Il sottosegretario Alfredo Mantovano, durante un sopralluogo nelle aree colpite, ha sottolineato come la mera introduzione di strumenti rafforzati per le forze dell’ordine, sebbene fondamentale, non possa garantire risultati duraturi se non accompagnata da un impegno univoco e coerente da parte di tutti gli attori coinvolti, magistrati inclusi.
L’episodio, che ha visto l’arresto in flagranza differita grazie alle nuove disposizioni introdotte dal decreto “Terra dei Fuochi”, evidenzia una problematica più ampia: la necessità di un’applicazione rigorosa delle norme, che tenga conto non solo della gravità del reato e del profilo del trasgressore, ma anche dell’impatto devastante che tali attività hanno sull’ambiente e sulla salute pubblica.
La libertà vigilata concessa, pur entro i parametri legali, rischia di erodere la percezione di deterrenza e di vanificare gli sforzi posti in essere dal governo.
La cabina di regia, riunita ad Aversa, ha rappresentato un’occasione per ribadire l’importanza della continuità nell’azione di contrasto, coinvolgendo prefetti, autorità giudiziaria e forze dell’ordine.
Il decreto legge 116, convertito in legge con l’apporto di proposte provenienti dal territorio, costituisce un tassello importante in questo percorso.
L’implementazione di tecnologie avanzate, come droni e sistemi di rilevazione satellitare, ha già permesso di intensificare i controlli e di procedere ad arresti, dimostrando la validità di un approccio basato sulla sorveglianza tecnologica e sull’innovazione.
Tuttavia, la sfida non si limita all’inasprimento delle sanzioni o all’adozione di nuove tecnologie.
Si richiede un cambio di mentalità, una cultura della legalità che permei l’intera società.
La complessità del fenomeno criminale che affligge la Terra dei Fuochi – intrecciato a dinamiche economiche, sociali e politiche – impone un approccio multidisciplinare, che coinvolga non solo le istituzioni, ma anche la comunità locale, le associazioni ambientaliste e il mondo accademico.
Solo attraverso un impegno condiviso e una collaborazione sinergica sarà possibile eradicare le cause profonde di questo dramma ambientale e restituire dignità e futuro alle comunità colpite.
La giustizia, in questo contesto, deve essere percepita non solo come una risposta punitiva, ma come un elemento essenziale per la ricostruzione di un tessuto sociale e ambientale profondamente compromesso.






