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mercoledì 12 Novembre 2025

Tesoro messicano a Milano: ritratto in mosaico di piume per Rospigliosi

Il Museo delle Culture di Milano si arricchisce di un tesoro inestimabile: un ritratto in mosaico di piume raffigurante il Cardinale Giulio Rospigliosi, futuro Papa Clemente IX, opera anonima di un artigiano messicano del XVII secolo.
Questa acquisizione, destinata a integrarsi nel percorso espositivo “Milano Globale.

Il mondo visto da qui”, all’interno della prestigiosa Collezione Settala, eleva significativamente il patrimonio artistico e storico del Comune di Milano.

L’opera, frutto di una ricerca accurata e supportata da un’approfondita due diligence sulla provenienza, condotta in stretta collaborazione con l’Ambasciata del Messico in Italia, ci trasporta nel cuore del periodo coloniale.
La sua realizzazione, databile alla seconda metà del ‘600 e alla prima metà del ‘700, incarna l’apice dell’arte *amanteca*, una tecnica complessa e raffinata che unisce tradizioni indigene e influenze europee.
Il procedimento prevedeva l’applicazione di sottili fogli di *papel amatl*, ricavati dalla corteccia dell’albero di morera, su una base di rame, a loro volta adornati con piume di uccelli esotici, sapientemente disposte per creare un effetto cromatico di sorprendente vivacità e dettaglio.

Il mosaico di piume rappresenta una rara e affascinante sintesi culturale, un esempio tangibile del dialogo – a volte conflittuale, a volte collaborativo – tra le culture indigene e la committenza europea.
La maggior parte dei manufatti sopravvissuti in questa tecnica raffigura scene religiose cristiane, imposte dalla Chiesa durante la colonizzazione.

L’esistenza di ritratti, come questo dedicato al Cardinale Rospigliosi e l’altro raffigurante Papa Alessandro VII, è eccezionale e testimonia una committenza più sofisticata, interessata a celebrare figure di potere non solo attraverso simboli religiosi, ma anche attraverso un’immagine personale e realistica.

Questa acquisizione sottolinea la missione del Mudec come centro di ricerca e dialogo interculturale, un luogo privilegiato per esplorare i complessi legami storici che uniscono Milano al resto del mondo.
L’opera non è solo un capolavoro artistico, ma un documento storico prezioso che ci invita a riflettere sulla complessità del colonialismo, sull’importanza della conservazione del patrimonio culturale indigena e sulla capacità dell’arte di trascendere i confini geografici e temporali, creando ponti tra culture apparentemente distanti.
La presenza di un ritratto di un personaggio chiave della Chiesa Cattolica, realizzato con una tecnica profondamente legata alla cultura indigena, solleva interrogativi stimolanti sulla committenza, sulla rappresentazione del potere e sulla negoziazione culturale in un periodo cruciale della storia mondiale.

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