Il Torino affronta un momento delicato, segnato da cali di rendimento che si manifestano non in contesti di competizione strutturata, ma in specifiche circostanze tattiche, con interruzioni di gioco brevissime ma significative.
Marco Baroni, tecnico granata, sottolinea la necessità di un approccio sinergico, una convergenza di sforzi individuali e collettivi per superare questa fase critica.
La squadra, reduce da due sconfitte consecutive, è chiamata a recuperare la roccaforte di concentrazione e ad eliminare ogni potenziale distrazione in vista del confronto con il Milan, avversario di notevole calibro.
L’obiettivo primario è ripristinare la continuità perduta, quella coerenza di risultati e performance che ha caratterizzato positivamente un periodo precedente di sei incontri consecutivi, un tratto distintivo che il Torino intende ritrovare e consolidare.
Non si tratta semplicemente di vincere, ma di ritrovare un’identità di gioco, una solidità che permetta di affrontare le sfide con maggiore serenità e determinazione.
In merito alle scelte tattiche, l’attenzione si concentra sulla gestione degli infortunati.
La precauzione è d’obbligo per Ismajli e Simeone, due elementi chiave nello scacchiere tattico di Baroni.
L’inserimento di Zapata dal primo minuto rappresenta una seria possibilità, un tentativo di infondere maggiore peso fisico e presenza offensiva alla formazione.
L’analisi delle dinamiche individuali rivela ulteriori spunti di riflessione.
Ngonge, in particolare, è oggetto di un’attenta valutazione.
Le aspettative nei suoi confronti sono elevate, e la consapevolezza di non aver ancora pienamente soddisfatto tali aspettative è condivisa anche dal giocatore stesso.
Il percorso di crescita di Ngonge passa attraverso un miglioramento della costanza di rendimento, attraverso una maggiore capacità di incidere positivamente all’interno della singola partita, di mantenere un livello di performance costante e significativa lungo tutto il match.
Si tratta di affinare la sua capacità di contribuire attivamente, non solo in frangenti specifici, ma per tutta la durata dell’incontro, dimostrando una maturità tattica e fisica che gli permetta di essere un elemento imprescindibile per la squadra.
La ricerca di questa costanza è un processo evolutivo che richiede impegno, dedizione e un continuo lavoro su sé stessi, sotto la guida attenta dello staff tecnico.






