Torino, nuova provocazione: CasaPound attacca l’antifascismo

Nella notte, Torino si è risvegliata con un nuovo atto di provocazione: striscioni di CasaPound affissi in prossimità dell’ospedale Molinette, un luogo simbolo di cura e assistenza, offrendo un contrasto stridente con il messaggio veicolato.

La frase “L’antifascismo si cura leggendo” si staglia come un’affermazione paradossale, un’inversione polemica di intenti, nata in risposta alla recente vicenda che ha coinvolto la casa editrice Passaggio al bosco e la fiera “Più Libri Più Liberi”.

La polemica di CasaPound trascende la singola vicenda editoriale, configurandosi come un attacco frontale a un immaginario antifascismo percepito come spento, autoreferenziale e privo di un solido ancoraggio culturale.
L’accusa è di una sterilità intellettuale, di una reazione visceralmente avversa che si manifesta attraverso gesti di protesta esagerati e scioperi editoriali percepiti come inutili e ridicoli.

L’atto di affissione degli striscioni è presentato come una risposta necessaria a questo panorama, un’affermazione di una vitalità culturale, in contrasto con la presunta decadenza dell’antifascismo.
Si evince una critica al modo in cui il termine “fascismo” viene utilizzato, denunciano un’applicazione indiscriminata e superficiale che diluisce il significato storico e politico del termine stesso.
La frase “gridare al fascismo anche quando il fascismo non c’è” suggerisce una tendenza alla demonizzazione, un’etichettatura semplicistica che impedisce una comprensione più profonda delle complesse dinamiche culturali e ideologiche contemporanee.

La nota prosegue con una provocatoria constatazione: la presunta discontinuità intellettuale rappresentata dal percorso che, a loro dire, connette figure come Croce e Zerocalcare, sottolinea un allontanamento dalle radici culturali e ideologiche di una certa tradizione.

Questo collegamento è inteso come un’ulteriore conferma della deriva, dell’allontanamento da un ideale che CasaPound presume di rappresentare.

L’invito finale, “tornate a studiare, potete ancora salvarvi”, assume un tono paternalistico, quasi a voler impartire una lezione.

Non si tratta di un semplice suggerimento accademico, ma di una condanna, un’accusa di superficialità e mancanza di rigore intellettuale.
L’affermazione “L’antifascismo si cura leggendo” si configura, quindi, come un’arma retorica, un’ironia amara volta a denunciare la presunta sterilità dell’antifascismo, invitando a una riflessione più profonda e ad una riscoperta delle proprie fondamenta, mentre CasaPound si presenta come depositario di una cultura autentica e vigorosa, capace di alimentare un dibattito intellettuale stimolante e produttivo.
La scelta del luogo, vicino all’ospedale, sembra voler sottolineare l’urgenza di una cura intellettuale, di una riabilitazione culturale per un antifascismo percepito come malato.

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